Alice nel Paese delle Meraviglie

Alice nel Paese delle Meraviglie Book Cover Alice nel Paese delle Meraviglie
Lewis Carroll
Rizzoli
2010
9788817038553

Nascosti nella tana del Bianco Coniglio. Nascosti nella dimensione confusa e precaria, dove tutto può essere reale: l’immaginazione esercita potere assoluto, influenza e condiziona le percezioni sensoriali. Si sgretola la convinzione d’appartenere al tempo e allo spazio. Respiriamo nella dimensione del sogno. Nell’attesa dell’apparizione del giardino, tra le fontane spente, dimentichiamo soavemente la nostra memoria. Dovremmo nutrire la nostra immaginazione per impedire alla polvere di macchiare gli stipiti dei cancelli di carta della poesia e del regno di ciò che non ha senso. Dovremmo assecondare l’istinto a sbrigliare i pensieri, fin quando non possano incendiarsi galoppando sui sentieri rivelati dalla visione nuova. Dovremmo incoraggiare lo spirito: i dormienti hanno le ali fragili nel momento del primo risveglio. La lucidità dapprima atterrisce, quindi corrode, infine impone quasi d’essere rifiutata. Niente è ciò che sembrava: la logica è stata sbaragliata su ogni fronte. L’immaginazione s’è assisa sul trono di dio. Everything is broken up, and dances.

Imperiosa Prima invoca / Il suo editto: “Inizia!” / In tono più pacato Seconda spera / “La storia deve essere assurda!” / Mentre Terza interrompe il racconto / Almeno una volta al minuto”.

Iniziamo, dunque, nella singhiozzante frattura postmoderna, il viaggio attraverso lo specchio, dopo essere caduti nella tana del Bianco Coniglio, pronti a riconoscere che ogni istante può essere vero e ogni creatura comunica: parole d’una lingua perfetta e indefinibile, incisa nel nostro sangue. Nella fusione perfetta delle anime, le Rose e le Carte sprigionano luminosità e vivacità: noi cambiamo forma, cambiamo aspetto, solo la nostra natura rimane immutata. Nel dominio del nonsense, dell’assurdo, del grottesco: nell’evasione dalla realtà dei sogni e della poesia, fuggiaschi e felici, immobili su un ponte d’una città sconosciuta, di notte, mentre la memoria propone corrispondenze e analogie e camminiamo senza accorgerci di danzare. Forse i sentimenti, forse le disperate visioni d’amore, forse l’adorazione per la bellezza non sono che un riflesso di quel che sappiamo esiste.

Robert Kirk ha svelato i segreti del Piccolo Popolo: ancora non vogliamo credere. Lewis Carroll ha illuminato di dolcezza e fantasia la caduta della mente nella tana del Bianco Coniglio. Alice s’è divincolata dalle catene delle regole e delle consuetudini e della conoscenza: ha dimostrato di poter credere a tutto quel che incontrava.

One pill makes you larger / And one pill makes you small / And the ones that mother gives you / Don’t do anything at all”.

Un libro con figure e dialoghi, non poteva essere altrimenti: il cammino della conoscenza va camuffato e contaminato dal gioco. Non possiamo iniziare al codice primo della luce e al potere dell’immaginazione chi non sa interrompere le storie, mentre vengono narrate. Alice pretende figure e dialoghi. Il Bianco Coniglio cavò l’orologio dal taschino del panciotto. L’errore del sistema per sedurti, viandante, per affascinarti e per imprigionare la tua mente nel mondo nuovo. Osserva l’orologio, tra poco il tempo cesserà di esistere. Questi battiti non sono altro che l’eco confusa del tuo cuore. Nel cuore, tra gli scaffali dove armeggiano i tuoi segreti, esistono piccole creature d’acqua e di carta. Domandano d’esser restituite alla vita. Perché tutto è reale. Agli occhi di chi è innocente ed è puro, il male non esiste e la sofferenza è uno stato provvisorio. Dammi la mano, scriverò una lunga poesia per le tue braccia mentre adoro ogni frammento della tua pelle. I gatti, nel mondo di Alice, rimangono indifferenti nella lotta con i pipistrelli: sul ponte ho temuto che potessero rapirti, d’un tratto mi son voltato intorno e ho domandato alle pietre quanto tempo fosse rimasto, quanta speranza m’avessero riservato, quanti specchi avrei potuto attraversare ancora. Ho perduto la visione periferica: il fuoco del mio sguardo s’incentrava sull’orizzonte.

“…And your mind is moving low, / Go ask Alice: / I think she’ll know”.

Adesso non serve a niente fingere di essere più persone. Rimane a malapena abbastanza, di me, per farne una sola di persona rispettabile, e forse neppure quella” – considera seria Alice. Nuotiamo nel lago sterminato e incontaminato delle lacrime di chi è entrato nella realtà del sogno, spogliandosi della memoria e della realtà conosciuta. Nuotiamo nel lago della poesia delle sensazioni nuove e accostiamoci sorridendo alle ali di carta d’un sorriso.

Io non so proprio dirvi chi io sia in questo momento. So soltanto chi ero questa mattina quando mi sono alzato, ma certamente devo essere cambiato diverse volte da allora. Temo di non potermi spiegare. Mi sono infilato nelle pieghe del tempo e sono tornato con il mistero dell’eclettismo e poliedrico mi sono tuffato nella corrente della fantasia, ascoltando un vecchio inno perduto e lasciando che il mio sangue scendesse lento sui polsi. Potevo forse perdere sangue nel momento della trasformazione? Potevo forse mantenere carne e vita quando ero divenuto una creatura dello spirito? Potevo abbandonarmi all’immaginazione senza esser sicuro di non aver mantenuto più nessuno dei sensi originari? Mi sono ferito e non ho sentito dolore. Solo osservavo quel che mi circondava. Ombre di Alice e di un Dodo, Valletti di Regine sconosciute, Gatti del Cheshire. “Oh, non potrai fare altrimenti – disse il Gatto – siamo tutti matti qui. Io sono matto e anche tu sei matta”. “Come sai che io sono matta?” – disse Alice. “Devi esserlo, o altrimenti non saresti venuta qui”.

Il cavaliere addormentato si risveglia sul bordo del letto di una casa che non conosce. Mulini a vento come arcolai tessono le pagine della sua storia. Tutto è come doveva tornare ad essere, sin dal principio della storia: infinito, e perfetto. Ricordo che qualcuno mi ha detto, sorridendo, feed your head, feed your head, feed your head.

Lewis Carroll, pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson, matematico e assertore di deliranti logiche nuove, scrittore borghese inglese di metà ottocento, innamorato cantore dell’innocenza e nostalgico poeta dell’immaginazione perduta, si oppose alla mediocrità e alla prosaicità del suo sistema e della sua società regalando ai suoi contemporanei, in forma di favola, una chiave di accesso al giardino dove rose e pietre possono parlare, e le fontane ascoltare la voce argentina dell’acqua, e il viandante può dimenticare d’essere esistito e di aver conosciuto, perché tutto ciò che vede è nuovo e non ha nome.

And if you go chasing rabbits, / And you know you’re going to fall,/ Tell them a hookah-smoking caterpillar / Has given you the call”.

Lo specchio si è liquefatto in una splendente nebbia d’argento. Posso ascoltare tutti i vostri pensieri. Conosco le vostre parole. Da sempre mi appartengono.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Charles Lutwidge Dodgson, alias Lewis Carroll (Daresbury, Cheshire, 1832 – Guildford, Surrey, 1898), matematico e romanziere inglese.

Lewis Carroll, “Alice nel Paese delle Meraviglie / Attraverso lo specchio”, Garzanti, Milano, 1975. Introduzione, traduzione e note di Milli Graffi. Novantatre illustrazioni originali in bianco e nero di John Tenniel.

MULTIMEDIA. Jefferson Airplane, White Rabbit. Matrix, The Wachowski Brothers.

Gianfranco Franchi, luglio 2002.

Prima pubblicazione: ciao.com. A ruota, lankelot.