Meridiano Zero
2009
9788882371999
Il narratore e zio Geremia in fuga, con Gesù Bambino sottobraccio. Un piccolo Cristo che vale oro. È il figlioletto di un imprenditore, sequestrato durante un presepio vivente, studiando per bene i tempi e via dicendo. Sono stati San Giuseppe e Melchiorre. “Ora siamo qui, ad alzare polvere. A sfiancarci come dannati su questa mulattiera di sassi, con mezzo paese infuriato alle calcagna”, racconta il santo. Non finirà bene, in ogni caso “buon natale”, si dicono i due. Molto pii. Questo l'incipit della raccolta di racconti dell'esordiente Ennio Kitterlegnosky, classe 1980, stravagante e divertente scelta editoriale di Meridiano Zero. Chi è questo Kitter? Uno che scriveva, nel suo sito: “Oggi è il 19 aprile. Questo blog compie tre anni. Ed è ancora affezionato alle mammelle” e altre boutade del genere. Non sembrava, in effetti, particolarmente promettente. E invece... il ragazzo ha qualcosa da dire e ha un suo stile. Soprattutto: riesce a far sorridere il lettore, e spesso a far ghignare per bene. Non è poco. Non è poco per niente. E chissà che tenuta potrebbe avere un suo romanzo, un giorno: mi domando se Vicentini ha scoperto un talento comico. Ci spero. Confido che cresca bene.
Torniamo al libro. “Libera uscita per Babbo Natale”, il quarto pezzo, è la storia di Claus, che per arrotondare si traveste da Babbo: rimorchia una maestra d'asilo, se la porta a casa e... e purtroppo non posso dirvi come finisce, perché è proprio tutto lì. Posso solo dirvi che fa sinceramente ridere. È brutale e innocente al contempo, spiazzante e intelligente e... comico. Blasfemo ma senza eccedere: come nel caso di “Al santuario”, trasferimento di cocaina in un tempio cantando l'Ave Maria in playback, all'interno di un Cristo, durante una processione infuocata. Non male.
Genuinità e genialità infantile in “Era estate”, storiella della prima visione della passera di un gruppo di marmocchi casinosi e rissosi. Stessa idiozia infantile, ma così ridicola che risulta trascinante, formidabile, nello “Scompartimento”, che sembra costruito per illusioni ottiche, per progressive rivelazioni di comportamenti imprevedibili in individui apparentemente paciosi, dolci o affascinanti. Micidiale.
Nel secondo pezzo, “Stella di Hollywood”, giocato su tutta una serie di dialoghi fulminanti, un ragazzotto senza una lira ma con un buon amico si ritrova ad affrontare il padrone di casa che domanda gli arretrati, e una notte di passione “psicologica” che costa cara – diciamo così, altrimenti brucio tutto. L'epilogo è completamente inatteso, disorientante, delirante. La vicenda curiosa dell'ambiguo bandito “Nibelunghi” è protagonista di un racconto picaresco, allucinato e folle. L'epilogo è demenziale. Fa ridere, comunque. Come sempre.
“L'affare Nagasaki” mantiene questo ritmo bestiale, scoppiettante, forsennato: Kitterlegnosky si sbizzarrisce nella rivisitazione di qualche vecchio film (o telefilm?), finendo per puntare su una clausola sonnecchiante. Omaggi ai famosi dialoghi tarantiniani di “Pulp Fiction”, argomento i panini del Mac, nascosti in “La vicenda del cinodromo”. Altro da dire non mi sembra ci sia; manca solo un giusto applauso e un giusto riconoscimento all'opera di scouting di Marco Vicentini e di Meridiano Zero – da Padova continuano a emergere autori dotati di buona personalità, stile e intelligenza. L'ultimo della serie, questo chiassoso e pazzo buffone delle patrie lettere, potrebbe diventare uno dei miei preferiti, negli anni a venire. Che sorpresa.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Ennio Kitterlegnosky (1980), ha girovagato per l'Europa. Alleva batteri in Svizzera. Si dice.
Ennio Kitterlegnosky, “Christmas Pulp”, Meridiano Zero, Padova 2009. Collana Primo Parallelo, 42.
Gianfranco Franchi, luglio 2009.
Prima pubblicazione: Lankelot.