Greenwich [Nutrimenti]. Intervista a Leonardo G. Luccone

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Incontriamo Leonardo G. Luccone, responsabile della collana Greenwich per la Nutrimenti. Parleremo di Greenwich, del nuovo romanzo in uscita (“Il revisionista” di Miranda Mellis) e non solo.

GF: Greenwich: raccontaci genesi, spirito e progetto di questa collana di Nutrimenti, fondata da te e Barillari, subito dopo diretta da te soltanto. Entriamo nel cuore delle opere. Spiegaci perché sono necessarie nel nostro bagaglio estetico: a partire, ovviamente, da “Glifo” e “La cura dell’acqua” di Percival Everett, “Schooling” di Heather McGowan, “Tre volte giugno” di Julia Glass e “La figlia del dottore” di Hilma Wolitzer.

LGL: Greenwich vuole mappare le scritture più audaci e interessanti del mondo anglofono. Mi interessa solo ciò che rimarrà. Siamo circondati da libri istantanei, stagionali, libri di contingenza, immondizia che per fortuna verrà dimenticata prestissimo. È ridicolo che il nostro libro migliore, “Schooling”, abbia venduto poco più di trecento copie e che sia stato recensito solo dal Rosella Postorino. Che fanno i critici? Che libri leggono? Che libri consigliano? Per ora i Greenwich, con la sola eccezione di “Glifo”, li hanno letti solo gli addetti ai lavori. I Greenwich sono tenuti insieme da un’idea di scrittura che va oltre il libro stesso. Sono scritture che si parlano tra loro, grazie anche a corrispondenze insospettabili. Ognuno dei libri che abbiamo pubblicato finora ha rappresentato un passaggio essenziale nella vita dei loro autori. È come se fossero tanti libri unici di autori unici. Proprio per questo a me sembrano, in fondo, del medesimo autore. Credo che le nostre copertine riflettano quanto ho detto. Mai immagini definite o foto. È il libro stesso a stare sia dentro che fuori il libro perché è in fondo solo il libro che mi interessa. Se in prima mettiamo una bozza o un manoscritto dell’autore, in quarta c’è la biografia del libro che considero un importantissimo riferimento sulla soglia della lettura. A tenere insieme le pagine ci sono gli estratti in prima e in quarta. Raccontano il libro unico di cui parlavo prima.

GF: Avete appena pubblicato l’opera prima di Miranda Mellis, “Il revisionista”. Raccontaci la storia del libro: come è stato scelto, quali sono state le principali difficoltà nella traduzione, quale il dialogo tra te e la Mellis in itinere.

LGL: Seguo da tempo Miranda Mellis. È una delle più interessanti, innovative e oblique voci che ci sono ora in America. Crescerà ancora. La traduzione è stata molto complessa. Ho deciso – la brevità del testo me l’ha permesso – di scriverla a mano e di fare tutte le revisioni su carta. Ho utilizzato il computer solo alla fine. Ho fatto infiniti esperimenti iniziali per trovare lo stile giusto. L’ho letta più volte a voce alta, mi sono registrato e riascoltato. La versione italiana presentava diverse difficoltà di base: per esempio il sesso del revisionista che è e doveva rimanere indeterminato. Miranda è stata molto collaborativa: ha risposto a tutte le mie domande e osservazioni, e mi ha concesso molta libertà. Ci siamo scambiati mail con regolarità per più di due mesi. Sono soddisfatto del risultato finale.

GF: Hai accostato “Il revisionista” a “Dissipatio Humani Generis” di Guido Morselli: perché, e cosa realmente significa assimilare queste due opere?

LGL: È un accostamento che faccio col cuore. Stimo molto Morselli e quell’opera in particolare. Ci sono atmosfere, sguardi e presupposti simili. Me ne sono convinto quando ho riletto i diari.

GF: Andiamo avanti. Tutto sulla prossima collana di narrativa di Nutrimenti, Gog. A partire dal nome: cosa evoca, e cosa richiama? Quando sarete in libreria? Quale sarà lo spirito della collana? Qual è il modello, e quali le prospettive? Vogliamo anticipazioni. Naturalmente, ti chiedo di raccontarci anche del concorso per gli illustratori…

LGL: Dei contenuti e dell’impostazione della collana preferisco non parlarne pubblicamente fino a settembre. Il concorso per gli illustratori è andato benissimo. Ci sono stati più di cento partecipanti. I vincitori illustreranno a turno le copertine, partendo naturalmente da indicazioni mie e di Pablo Echaurren con la supervisione di Ada Carpi, l’art director della casa editrice.

GF: Cambiamo argomento. Dirigi da qualche anno uno studio editoriale, Oblique Studio. Parlaci di questa esperienza. Intanto segnalo, qui, il manifesto dello Studio.

LGL: Di Oblique vorrei che parlassero i lavori fatti e i risultati ottenuti.

GF: Considerando che è troppo tardi… ti domando i dieci libri che avresti voluto pubblicare.

LGL: Non amo questi giochini. Per accontentarti ti dirò i primi dieci libri che mi vengono in mente. È chiaro che se ripetessimo l’esperimento tra cinque minuti verrebbero fuori titoli e autori differenti.

L’altra parte” di Alfred Kubin; Le correzioni” di Johathan Franzen; Ulisse” di James Joyce; Il pasto nudo” di William Burroughts; Divina Commedia” di Dante; Odissea” di Omero; Nottetempo casa per casa” di Vincenzo Consolo; Flatlandia” di Edwin Abbott; Le con d’Irene” attribuito a Louis Aragon; Decameron” di Giovanni Boccaccio.

Gianfranco Franchi intervista Leonardo Luccone, aprile-giugno 2008.

Prima pubblicazione: Lankelot.