Storia di Pierrette

Storia di Pierrette Book Cover Storia di Pierrette
André Gide
Via del Vento
2010
9788862260442

Due frammenti di Gide inediti in Italia: “Storia di Pierrette”, plaquette di Via del Vento curata da Antonio Castronuovo, è una chicca per gli aficionado dell'artista padre dei “Sotteranei del Vaticano”. Nella postfazione, il curatore riferisce che una delle ragioni di fascino dei testi sta nel loro essere “racconti-verità”: quello eponimo, datato maggio 1921, è la trasfigurazione del delirio paranoico della signora domestica di Gide, testimonianza di quanto fosse vivo l'interesse dell'artista per la follia a trent'anni di distanza dall'esordio (“Quaderni di Andrè Walter”, storia d'un giovane letterato morto pazzo). Il secondo frammento, invece, “Il racconto di Michel”, datato 1902 (post “L'immoralista”), è ispirato alla romantica e triste vicenda del suo amico Michel Yell, che s'era innamorato d'una ragazzina che si guadagnava da vivere col mestiere più antico del mondo; ma non andava in giro a dirlo.

La “Storia di Pierrette” è un bozzetto ultradialogato. Gide interroga la sua domestica, raccontando rapidamente che nel tempo è sempre stata inquieta e convinta d'essere vittima di tutta una serie di maledizioni e malefici, ma mai come negli ultimi tempi, in cui la sua ansia paranoica non trova limiti. Ha paura di restare da sola nella villa. Ha paura del guardiano della villa. Ha paura di tutti quelli che possono volerle male. Ha paura che tutti vogliano prendersi gioco di lei. E non crede affatto che qualcuno le voglia male. “No, non lo credo affatto, lo vedo con precisione. Mi perseguitano sempre. Ma non mi avranno. È questo che li fa andare in bestia. Loro non ce la faranno ad avermi” (p. 10). Infine, strapiomba nelle allucinazioni. Gide è affascinato, non senza morbosità, dal disordine mentale della sua domestica. Sembra quasi godere a farla parlare di ciò che crede la realtà e le persone siano. Non sembra volerla aiutare, sembra volerla studiare. Studiare e basta.

“Il racconto di Michel” nasce con un invito al lettore a cercare non l'arte, ma “l'espressione diretta della vita”. È la storia di Marta e Michel, che s'incontrarono ragazzini, lui ventitrè lei sedici anni. Lei viveva con una zia, e lavorava da una sarta. Lui in lei vedeva cose che non esistevano: l'innocenza, la lealtà, la sincerità, la purezza. Il frammento accompagna il lettore in quella che non è semplicemente perplessità, angoscia o gelosia, ma la depressiva scoperta del lato oscuro d'una persona amata. Esattamente come nell'altro frammento, Gide sembra attratto dal male e dalle menzogne perché le considera fonti magnifiche per la sua ricerca, e fonti ideali per la sua letteratura. Tecnicamente siamo dalle parti del puro esercizio autoriale: non s'intravede manco l'ombra d'un progetto più esteso. Sembra quasi che Gide abbia scritto questi testi per sondare la sua capacità di andare a fondo di quelle storie: per sondare la possibilità di appassionarsi a quelle storie per poi consegnare tutto se stesso alla narrazione. Missione fallita, ma il nostro sguardo nei suoi cassetti è riuscito proprio in pieno. A volte sbirciare in certi cassetti è quasi come rubare. Diciamo che si tratta d'un furto gentile, va.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

André Gide (Parigi, 1869 – Parigi, 1951), saggista e narratore francese, premio Nobel per la Letteratura 1947.

André Gide, “Storia di Pierrette”, Via del Vento, Pistoia 2010. A cura di Antonio Castronuovo. Collana “Ocra Gialla”, 51. Tiratura limitata 2000 copie, la mia è la numero 1554.

Gianfranco Franchi, dicembre 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.