Corrierino delle famiglie

Corrierino delle famiglie Book Cover Corrierino delle famiglie
Giovanni Guareschi
Rizzoli
2001
9788817127493

“Corrierino delle famiglie” [1954] è una raccolta di racconti, sketch e bozzetti dello scrittore borghese Giovannino Guareschi: una raccolta di racconti caratterizzata da una profonda semplicità, da un respiro docile, gentile, umanissimo e famigliare, prosa delle piccole cose (sono piccole davvero?) e della quotidianità, spaccato d'un'Italia che respirava quieta il profumo della democrazia e del lento ritorno alla normalità.

“Io, ieri sera, al ballo di Viareggio, non ero ubriaco: io, i due sposini scomparsi dalla terrazza in riva al mare assieme agli ultimi inutili rimpianti di una pace perduta, assieme alle ultime speranze in una guerra che anch'essa sarebbe stata persa, io li ho rivisti davvero. E questo significa che il dopoguerra è finito. Io ho guardato con occhi nuovi il mondo, questa estate, e vi dico che erano gli occhi vecchi, quelli di prima della guerra. Io ho girato per la città deserta dei giorni del ferragosto: e c'era nella città l'afa, il silenzio e la noia della normalità” (“I due della rotonda”, p. 32).

Protagonista è la famiglia Guareschi: papà Giovannino, mamma Margherita, i piccoli Albertino e Carlotta, detta la Pasionaria. L'artista riesce, con semplicità e tenerezza, a fare letteratura della loro vita, dei loro problemi piccoli e grandi; tutto sembra poter diventare aneddotica, dalle domande dei bambini ai loro problemi scolastici, dall'economia domestica all'adozione del cane Amleto, dall'acquisto di una scala all'esperienza in una trattoria che di bolognese mantiene soltanto il nome: tutto vive e scintilla di vivacità e intelligenza nella trasfigurazione narrativa.

Uno dei nodi-cardine dei racconti è quello dell'educazione dei bambini, e del rapporto tra adulti e piccoli. Guareschi, sardonico e autoironico, scrive d'essere un eccellente educatore perché “la base di una sana educazione non sta nel negare ai figli quello che chiedono, ma nel fare in modo che ai figli non passi neppure per l'anticamera del cervello di chiedere cose stupide o disoneste. La Pasionaria non mi chiede un micidiale gelato alla crema (cosa stupida) né una bambola da cinquemila lire (cosa disonesta): mi chiede per esempio di lasciarla scrivere sul muro col pennello bianco” (p. 92).

Per la Pasionaria papà Giovannino ha veramente un gran debole. La marmocchia ha una bella personalità. E lo dimostra a partire dal lessico, e dalla rivendicazione dei suoi errori: è “più 'io' dire 'me'” - afferma, categorica. Perché 'io' si scrive, 'me' si dice (p. 129). “Ai miei affari ci penso me”, borbotta. Guareschi racconta che la Pasionaria ha una personalità davvero ben definita, e che sa “dominare perfettamente i suoi otto anni”. E poi ci descrive l'origine della predilezione per la sua pupilla: “è minuta d'ossa e, guardandola, ci si rende conto perfettamente come, aprendo gli occhietti alla luce della vita, non arrivasse a superare il peso di chilogrammi uno e grammi cinquecento” (p. 180). Proprio piccina, d'ossa e di statura, ma con un gran caratterone, quello di chi ha lottato per sopravvivere. Da sempre. Sa portare abiti con straordinaria dignità, quand'è il momento. Ha portamento e femminilità. Il papà diventa matto.

L'altro nodo è quello del giudizio degli adulti da parte dei bambini, ben rappresentato, ad esempio, dal desiderio del piccolo Alberto di leggere i libri del papà. La mamma è contraria, perché quel che scrive Guareschi “non si capisce mai quando parli sul serio o quando scherzi, quando racconti dei fatti veri o dei fatti inventati. Chi sa mai come li può interpretare” (p. 72). Ma Albertino non si pone troppi problemi, sono libri “scritti grossi” e si fa presto. Intanto Guareschi medita, e capisce che suo figlio sta decidendo cos'è suo padre, in cosa crede e quanto è degno di stima, come sempre accade: c'è sempre un momento della vita in cui ogni padre s'accorge che in casa c'è uno sguardo che lo studia con occhi nuovi, quello del figlio che prende le misure al suo avversario.

Il terzo nodo è la satira politica, guareschiana diremmo oggi; perché mai cattiva, mai feroce, mai distruttiva, sempre sbarazzina e dispettosa: come ad esempio quando racconta la “sua” rivoluzione d'ottobre, ossia quando prende e fa marinare la scuola alla sua bambina, perché non vuole che sia lo Stato ad educarla. Non così, non subito. La rivoluzione finisce con una strizzatina d'occhio tra padre e figlia, a tavola, mentre la piccina racconta le bugie concordate alla madre. È andata bene.

Tornare a Guareschi, a quasi cinquant'anni dalla sua morte, significa tornare a meditare un modello di scrittura esemplare per la sua onestà, la sua semplicità e la sua naturale poesia famigliare: significa tornare a considerare l'opportunità di un'opposizione culturale e politica ai dogmi della cultura egemone che sappia tingersi di tutto, ma non di cattiveria, di acredine, di violenza e di aggressività. Significa tornare a pensare a cosa sia, possa e debba essere una famiglia; significa tornare a guardare a tutto quel che ci succede come a una fonte di ispirazione per dar vita a letteratura borghese, autentica e civile: democratica e autoironica, genuina e involontariamente ma necessariamente antagonista.

Significa, infine, ricordare quanto può essere bello vivere in questo Paese, con le sue contraddizioni e le sue meraviglie, crescendo le nuove generazioni all'insegna di qualcosa di antico. La buona educazione, il rispetto, la tolleranza, l'umiltà, lo spirito di sacrificio, il risparmio, il rifiuto del consumismo, l'amicizia. Non mi sembra poco. Non mi sembra inattuale. Non mi sembra sbagliato.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi (Fontanelle di Roccabianca 1908 – Cervia, 1968), scrittore e giornalista italiano.

Giovannino Guareschi, “Corrierino delle famiglie”, Rizzoli, Milano 2001. 9788817127493. Prima edizione: Rizzoli, 1954

Gianfranco Franchi, maggio 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.