Neo Edizioni
2010
9788896176061
Isabella Tramontano, eclettico ufficio stampa del giovane e grintoso piccolo editore abruzzese Neo, da Castel di Sangro, ha deciso un anno e mezzo fa di curare un'antologia di scritti dedicati al terremoto. L'ha deciso il 6 aprile pomeriggio. Quella notte il terremoto ha sconquassato l'Abruzzo. “Per quelli a cui fu chiaro, nel novembre dell'80, che quel dondolio non era la mamma pronta con una nenia per farli addormentare, be', la notte del 6 aprile 2009 è stato un brutto déjà-vu. Ero piccola durante il terremoto dell'Ottanta e ricordo cinque cose soltanto: corridoio in discesa, braccia di papà, notte in auto, pidocchi, nutella. Anzi sei: un bellissimo gilet bianco con cavallini ricamati made in Caritas” (p. 247).
La Tramontano ha voluto domandare, a 18 artisti differenti – 16 e due pseudonimi, “Ovo” e “Mario Rossi”, già autore di scuderia Neo – un intervento. Non voleva reportage e non voleva niente di patetico. Voleva qualcosa di personale, di irriverente, di estraneo alla compassione: scritti in cui il terremoto fosse “guardato con gli occhi di chi si sposta sempre un po', di chi ha voluto guardare 'dall'altro angolo' e magari da un altro angolo ancora. Sguardi trasversali, accigliati o ridenti, spaventati o stanchi”.
18 racconti introdotti da Valeria Parrella, ex caso letterario Minimum Fax, oggi narratrice mainstream. Secondo l'artista campana, “Il terremoto è quando non puoi più dare per sicuro nulla, quando non puoi più dimenticare niente, quando la madre ti abbandona e per rifondare la città, l'esistenza, il senso, vi è necessità di nuova materia: qui, della buona scrittura”.
Buona scrittura s'incontra, in questa antologia, in qualche frangente. Ad esempio Gianni Solla, nel suo “Cherosene”, ci racconta qualcosa della vita nei campi, post tragedia: e riesce nell'impresa con essenzialità. Con l'essenzialità che era dovuta e necessaria. “Al campo non paghiamo niente, nemmeno la corrente e l'acqua. Qui siamo contenti, è la prima volta che abbiamo un posto nostro. Nessuno sa precisamente quanto tempo resteremo. […]. Ogni giorno arriva uno dei container dei militari e ci porta una tanica piena di cherosene. Per questo il nostro container è quello più caldo di tutto il campo” (p. 158). Impressionante, ma non basta. Viene il buio e il buio porta con sé il freddo, la notte. “Le coperte sono pesanti, mi schiacciano il petto ma non fanno caldo. Le finestre non chiudono bene, entra il gelo e dal tetto sopra la cucina piove. […] Tutto quello che c'è qua dentro è sempre freddo”.
Poche battute bastano per far immaginare a dovere cosa possa essere stata un'esperienza del genere. Almeno, in parte. Solla, alle spalle un romanzo pubblicato dal piccolo editore partenopeo Ad Est dell'Equatore (“Airbag”, 2008), ha il dono di uno sguardo esatto, e di una narrazione stilisticamente estranea, per quanto possibile, agli artifici. Escamotage non mancano, ma a un livello diverso – quello della trama. La scrittura, ci interessa, e Solla scrive pulito.
Ovo, un artista che non ha sempre voglia di dire il suo nome, nel suo “Senza più regola” ci restituisce un frammento di vita vera di aquilani costretti a lasciare la città: ce ne spiega le ragioni e non sembra mentire. Come in questo caso: “Ti ho chiesto se saresti ritornato all'Aquila. Tu mi hai detto di no. Sei stato per un po' in silenzio, poi hai detto che non ti piaceva quello che stava succedendo. Che molti abitanti se ne stanno approfittando. Che ormai vivere all'Aquila costa troppo. Costa troppo affittare una casa e costa troppo fare la spesa” (p. 22). Quando il narratore accompagna quel “tu” per la città, s'accorge che cammina per quelle strade come se non gli appartenessero più, come se la città non fosse più sua. Quel “tu” diventerà il suo compagno di vita – come se il narratore avesse deciso di interiorizzare il terremoto, di interiorizzare la ferita atroce del suo fidanzato per curarla. A questo punto il racconto prende tutta un'altra piega, facilmente simbolica. Ma la commistione di ultrarealismo e simbolismo è ben fatta.
Marco Mazzucchelli, in “Con le migliori intenzioni”, ci racconta quanto sia mancato lo Stato nella città di A., dopo il terremoto del 1990. Tantissimi danni, nessun morto. Questa sua descrizione è di singolare e tetra efficacia: “Con gli anni, le strade devastate e le rovine divennero la normalità, il presente. I nomi e le facce si mischiavano sempre. Si mischiano ancora. Andavo a sedermi sulle scale al pianoterra di quella che era stata la palazzina dove avevo abitato. Guardavo la porta dell'ascensore sventrata e collassata nel muro, deflagrata in crepe più e meno profonde. Una tra le tante porte che gravava nel vuoto, ancora gravano, aspettano” (p. 48).
E non so perché ma questa immagine delle porte che gravano nel vuoto mi sembra la più triste e la più perfetta per raccontare quel che non si riesce a raccontare, perché chi ha vissuto certe esperienze non deve avere una gran voglia di parlarne e in ogni caso non riesce a parlarne troppo in prima persona – perché quando qualcuno è morto e tu sei sopravvissuto c'è sempre uno strano senso di inadeguatezza, di responsabilità ulteriore: sfocia spesso nel senso di colpa. E non è più facile dire “io”, e dire “noi” diventa un po' meno arbitrario del solito. Mazzucchelli non ha alle spalle pubblicazioni di livello come altri degli ospiti di questa antologia, ma sembra sapere di cosa parla.
Ancora qualche segnalazione. Il letterato Srečko Jurišić, dalmata, abruzzese d'adozione, si segnala per la buona qualità dei dialoghi, e del dialetto, in “Lo sciacallo marsicano”, con curioso retrogusto zingaro; altrettanto buona la fedeltà al dialetto di Titti Consalvi, per il suo “Era cinquepuntootto, Aquilano”. Discreta, condivisibile ma un po' scontata la satira politica di Anna Giuba in “La donna in nero”. Serve più fantasia per scorticare il nano. Diamoci da fare. Datevi da fare.
Avanti la Neo.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
La curatrice è Isabella Tramontano (Nocera Inferiore, seconda metà degli anni Settanta), ufficio stampa di Neo, alle spalle una laurea in Economia e una in Scienze Politiche.
Isabella Tramontano, “Trema la terra”, Neo, Castel di Sangro, 2010. Prefazione di Valeria Parrella. Collana “Iena”, 5. Copertina del sempre più bravo Toni Alfano.
Gianfranco Franchi, dicembre 2010.
Prima pubblicazione: Lankelot.