Castelvecchi
2010
9788876153617
Caduta la centralità del paradigma del pater familias, autoritario, carismatico, decisionista e tiranno, accettate le tristi conseguenze della “società senza padri”, figlia dei pur necessari cambiamenti sociali novecenteschi (libertà sessuale, controllo delle nascite, emancipazione femminile, aumento del numero dei divorzi) la psicanalista francese Simone Korff-Sausse osserva che la società occidentale vive una fase di passaggio tra un vecchio modello di paternità e uno nuovo, tutto da costruire: “La paternità – scrive, e mi sembra decisamente condivisibile – è un'istituzione in ristrutturazione”. Le riforme sociali hanno cambiato il ruolo della donna e del bambino: quello da rifondare è il ruolo del padre. Perché adesso, “quando c'è, non lo vediamo”: è come se fosse sempre assente, sempre distante. Come un fantasma.
L'autrice parte da un presupposto intelligente, ma tutt'altro che pacifico: “Tutti sono in cerca di un padre. Le madri, i bambini, la società intera. Ma forse anche i padri stessi”. Come a dire: hanno tolto qualcosa a due generazioni intere, e tutti ne sentiamo la mancanza. Per fare un padre servono tre elementi, del resto: “un figlio, una madre, una società” (p. 41).
E se nelle favole più popolari, nel Novecento, il padre ha avuto un ruolo maligno (“Hansel e Gretel”) o nullo (“Cappuccetto Rosso”, “Biancaneve”), adesso si direbbe che talvolta appaia, ma con un ruolo quasi coreografico: è sempre mite, sullo sfondo, più mammo che papà. È venuto a mancare un pilastro fondante, e fondamentale. In futuro le cose dovranno essere molto diverse, per i nostri figli. Intanto: oggi si sente parlare di padri assenti, silenziosi, negligenti, distanti: tuttavia, quando il padre è invece affettuoso, presente e tenero, allora diventa un rivale della mamma, negli affetti: si direbbe capace di amare e di appartenere ai propri piccoli con la stessa intensità. Morale della favola? “L'immagine del padre nella società odierna non dipende dalla natura della sua presenza, ma è determinata dall'ideologia dominante”: quindi, è falsata.
L'autrice vuole interrogarsi sull'ossessione contemporanea – e ideologica – del “padre assente”, e della necessità dell'assenza del padre. Perché la società non vuole riconoscere il ruolo “nuovo” dei padri? Che senso ha questo rifiuto della centralità e dell'essenzialità del ruolo paterno? A che giova? E quanti danni fa? Quale società sta preparando? Quanto matriarcale?
L'autrice spiega che il ruolo del padre non è niente affatto “ormai leggendario”: e che nella contemporaneità sta, piuttosto, per essere rivoluzionato, determinando cambiamenti forti nella società e nella cultura. La sensazione è che una delle più rovinose conseguenze del femminismo, quella forse meno prevedibile, sia stato l'allontanamento dei bambini dai padri: è una grave ingiustizia e va contrastata, fondando modelli e paradigmi nuovi. E imparando a perdonare le debolezze dei nostri padri, per prima cosa. Quello sì che è un buon punto di partenza.
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Completano il libro buone reminiscenze letterarie (Kertesz, “Kaddish per il bambino non nato”; Kafka, “Lettera al padre”; Handke, “Storia con bambina”; Durkheim, “La sociologia e l'educazione”; Le Goff, per le analisi dell'iconografia del Medioevo; Sofocle, “Edipo Re”), qualche curiosità (come affrontava Freud la sua paternità?) e diverse buone meditazioni (padre carnale o padre spirituale: tutto deriva dal Dio Padre, e dal suo “dualismo” con Giuseppe, padre di Gesù. Cosa ha implicato?).
Non manca qualche buona provocazione (“a chi appartiene un bambino?”, ossia: appartiene alla madre soltanto? Secondo l'autrice, nel paradigma contemporaneo, si direbbe di sì: il padre ha un ruolo ingiustamente secondario) e qualche pizzicotto di sana retorica (“La nascita del figlio segna il momento in cui un adulto diventa genitore”) a condire questa lettura di una patina di televisività (talk show: perfetto) o di radiofonicità (puntata a tema: alè) che si direbbe fertile di dialettica nuova, e profonda. Necessaria, in ogni caso; purché estranea alla retorica, purché autentica, personale – mai pulviscolare.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
SIMONE KORFF-SAUSSE è psicanalista e lettrice presso l'Università di PARIS VII. Ha scritto diversi libri: “Le miroir brisé” (Callman-Levy, 1996); “Dialogue avec mon psychanalyste” (Pluriel 2005); “Plaidoyer pour l'enfant-roi” (Hachette, 2006).
Simone Korff-Sausse, “In difesa dei padri”, Castelvecchi, Roma 2010. Traduzione di Federica Alessandri.
Prima edizione: “Eloge des pères”, Hachette, 2009.
Gianfranco Franchi, marzo 2010.
Prima pubblicazione: Lankelot.