Catechismo anticlericale

Catechismo anticlericale Book Cover Catechismo anticlericale
Aldo Colonna
Castelvecchi
2008
9788876152283

La parola “laico” non è sinonimo di “ateo” o “anticlericale”, come recenti accadimenti indurrebbero a credere. Il laico sostiene semplicemente l’indipendenza del pensiero e dell’azione politica dall’autorità ecclesiastica. Scriveva Odifreddi, chiarendo a dovere: “ateismo significa non credere nel trascendente, cioè non avere una fede religiosa, e laicismo non mescolare il trascendente col contingente, e più specificatamente la fede con la politica” (p. 44); è un passo molto semplice, da prendere e mandare a memoria. E meditare.

È fondamentale riscoprire il laicismo in un momento storico in cui la Chiesa non si rivela istituzione erga omnes, ma super partes o meglio über alles, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti fiscali e la visibilità mediatica. E va dedicando eccessiva partecipazione – le parole giuste sono “chiara ingerenza” – nella vita politica, sociale e culturale di una Nazione che – è bene ricordarlo – non è una teocrazia mascherata e non può accettare eccessive intromissioni vaticane in ogni frangente del dibattito civile, e non può tollerare la sottomissione (trasversale!) di troppi parlamentari ai diktat d’oltretevere.

Il pamphlet del giornalista e critico Aldo Colonna ha il merito di rivendicare la necessità e la centralità d’uno Stato laico e d’un dibattito politico influenzato, ma non condizionato da questioni religiose: ha il coraggio di denunciare privilegi da Ancient Regime e grotteschi sostegni obliqui ad uno Stato, quello Vaticano, che per via di un infausto Concordato si ritrova, ottant’anni dopo, a detenere 64mila immobili – chiese escluse – sul solo territorio romano: circa il 20 percento del patrimonio edilizio capitolino; tutto esentato dall’ICI, quale che sia l’attività commerciale svolta (Prodi aveva dichiarato che bastava ci fosse una chiesetta, magari in un angolino, per eliminare ogni dubbio in proposito; p. 37). Non solo. Versiamo regolarmente al Vaticano – come ha riferito Maltese su “La Repubblica” – quattro miliardi di euro l’anno.

Quattro miliardi di euro l’anno. Così ripartiti: “Un miliardo dall’otto per mille, 650 milioni sotto forma di stipendi per 22mila insegnanti di Religione, 700 milioni sotto forma di convenzioni per scuola e sanità, circa quattro milioni per i grandi eventi (Giubileo, raduni religiosi), dai 400 ai 700 milioni di mancato introito provenienti dall’ICI non corrisposto, 500 milioni per esenzioni varie (IRAP, IRES), 600 milioni derivanti dal mancato gettito delle attività turistiche correlate a un flusso di pellegrini, da e per l’Italia, ogni anno di quaranta milioni d’anime (è proprio il caso di dirlo)” (pp. 30-31; sulle meravigliose libertà dell’ORP, Opera Romana Pellegrinaggi, cfr. pp. 37-39).

Senza dimenticare che per via dello stravagante meccanismo dell’otto per mille, il cittadino non ne è proprio sempre consapevole, alla Chiesa vanno anche le preferenze non espresse. In questo siamo ben poco europei. Ecco spiegate le favolose campagne pubblicitarie (2005, Saatchi & Saatchi, nove milioni di euro: alè) vaticane, mentre si preferiva versare alle vittime dello tsunami esattamente un terzo di quella cifra. Carità cristiana.

Colonna analizza e discute recenti fatti avvenuti nel nostro Paese – dalla gogna mediatica riservata a Rivera, nel maggio 2007, per aver evidenziato che la Chiesa nega i funerali a Welby riservandoli piuttosto a Pinochet o a Franco, sino al dibattito sul testamento biologico (casi Welby e Nuvoli), sull’aborto (con grande difesa dei risultati conseguiti dalla 194: aborti diminuiti di 100mila unità in 24 anni), sulla necessità d’una diversa tolleranza del preservativo, sulla natura autentica dell’attività sessuale, sui dati relativi alla presenza Vaticana nell’ONU (!) e nella tv italiana, cfr. p. 133 – ricordandoci che il nostro Paese ha lottato per emanciparsi da certa tirannide aristocratica: e che non è ammissibile che una posizione laica, quindi non estranea al cattolicesimo, venga considerata atea o nemica o ribelle. È la Chiesa che si comporta in modo anticostituzionale, ricorda Colonna, negando a Cesare quel che è di Cesare e prevaricando il normale dibattito politico: ed è per questo, per i suoi privilegi abnormi e amorali e per il suo chiaro potere economico e mediatico, che l’autore sogna che l’opera che ha scritto finisca, in prima battuta, proprio sulle scrivanie dei cattolici. Come i socialisti hanno affrontato periodici e gravi esami di coscienza, per via delle tragedie inflitte a diversi popoli dall’infamia del socialismo reale, così i cattolici devono accettare di confutare e criticare quanto compiuto dalla Romana Chiesa: dalle origini sino ad oggi. Con serenità, e senza dimenticare come il Messia si comportava coi mercanti nel Tempio.

Colonna non chiede che la Chiesa abbracci l’aborto: domanda che si rivolga, almeno, ai soli credenti, senza pretesa di legiferare. È una questione di sensibilità, e di umanità. Colonna esige che si superi l’ostilità al profilattico, perché un figlio va desiderato e cresciuto con consapevolezza. Colonna sogna che inibire la nascita di un infelice non venga considerato omicidio, ma gesto di umana solidarietà. Colonna sogna una nazione libera – almeno di recuperare il maltolto. Sarà difficile, ad Avignone Ratzinger non torna. Da leggere.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Aldo Colonna (Roma, 1948), giornalista, critico cinematografico e scrittore italiano. Ha pubblicato poesie e racconti su “Nuovi Argomenti”, “Alfabeta” e “Paragone” e il saggio “Luigi Tenco. Vita breve e morte di un genio musicale” (Mondadori, 2002).

Aldo Colonna, “Catechismo anticlericale”, Castelvecchi, Roma 2008.  In calce, bibliografia minima. Art Direction, Progetto grafico: Maurizio Ceccato. Collana “Le Grandi Navi”, 19.

Gianfranco Franchi, giugno 2008.

Prima pubblicazione: Lankelot.