Scandalo negli abissi

Scandalo negli abissi Book Cover Scandalo negli abissi
Louis-Ferdinand Céline
Melangolo
1992
9788870181753

A metà tra una satira ecologica e una favola gotica, “Scandalo negli abissi” (1943) è l'espressione d'un Céline animalista, ecologista militante: la sua denuncia del disastro della fauna marina e dei massacri delle foche (“le sgozzano a milioni tutti gli anni proprio sopra la loro banchisa, mentre giocano in famiglia e folleggiano innocenti”) è e rimane di crudele e straordinaria attualità a quasi settant'anni dalla prima pubblicazione. Contestualizza il curatore di questa piccola, deliziosa edizione Melangolo, Ernesto Ferrero: “Scandalo negli abissi lo aveva composto a Saint-Malo nell'estate del 1943, dopo aver licenziato una nuova edizione dell'Ecole des cadavres, il secondo dei famigerati pamphlets”: lo Scandalo, scritto in un periodo così drammatico come quello della Seconda Guerra Mondiale, apparirà in volume per Gallimard soltanto nel 1959, quando – ancora Ferrero – si sarà “ricostituito un pubblico capace di riaccostarsi senza animosità punitive a un personaggio così discusso, e diciamo pure così sgradevole umanamente” (pp. 90-91).

Per noi italiani il momento verrà un po' più tardi. Ma sarà un momento fortunato, stando a quanto scriveva Tabucchi, sul “Corriere della Sera” del 20 gennaio 1993, giudicando che: “Ernesto Ferrero, che ha curato l'edizione, è un sapientissimo traduttore. Penetra nella prosa di Céline, esegue la sua petite music, trova la sintassi giusta, i gerghi italiani (zoccoletta, ballo delle sbarbine, canagliesse, berciante, minchiona, porcaccione, e così via), restituisce in maniera così credibile il gergo celiniano che chi pensava che uno scrittore di Argot come Céline non potesse trovare il suo corrispettivo in una lingua così marcatamente segnata dai dialetti, può ricredersi: esiste un italiano diffuso, con un gergo sufficientemente agguerrito, che puo' competere con l'Argot celiniano. L'importante è trovare qualcuno che sappia restituirlo. Ed Ernesto Ferrero ci è riuscito”. Vero.

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Trama. Nettuno è sposo di Venere. Delegazioni di pesci vanno dal dio del mare per lamentarsi della nafta, delle reti e delle trappole degli uomini: le più disperate sono le foche-madri, che piangono i loro cuccioli massacrati; tutti i pesci, in generale, hanno rimostranze. Tutti i pesci domandano giustizia. Nettuno si deprime, dopo aver ascoltato tutte le loro storie, e presto Venere è di cattivo umore. Già perde troppo tempo a restaurarsi, ogni giorno, dimentica dell'antica bellezza...

Nettuno sa che i tempi sono cambiati, non basta più apparire agli esseri umani per spaventarli. Potrebbe studiarsi una strategia diversa, ma sembra demotivato. Intanto Venere è un po' spietata, si prende gioco di lui: ripete che è finito, che è un vecchio rincoglionito che va a caccia di sirenette (già, ché Nettuno si consola guardando il loro leggendario corpo di ballo. Si consola, e sogna).

Una di loro, la sua preferita, è Pryntyl. Venere, forza negativa almeno quanto gli esseri umani, in questo libro, è molto gelosa. Pryntyl viene esiliata, e costretta a diventare umana per un po'. Finisce sulla terraferma, a Le Havre, come ballerina. E da ballerina ad accompagnatrice, diciamo così, il passo è breve. E pericoloso. Nettuno non resiste, interviene. Vedrete come.

Quando termina il suo periodo terrestre, si imbarca sulla nave del terribile Capitano Krog, sterminatore di foche. E più la nave avanza, più la metamorfosi s'avvicina. Ecco che “Il viso di Pryntyl si purifica, si illumina... la stanchezza immensa che un momento prima le segnava i tratti si cancella... tutto è sorriso in lei... gioia maliziosa... Tutta leggera, si libera dal pesante ammasso delle coperte... ma niente più gambe!... Una lunga coda flessuosa tutta in scaglie baluginanti... blu, verde, rosa...” (p. 65). Ma noi ci fermiamo qui, a beneficio di quanti – e non dubito siano tanti – ancora non abbiano letto questa favola.

È una favola nera e azzurra, nera di morte, di vendette, di violenze, e azzurra come il mare che abbiamo perduto, inquinandolo e tormentandolo e macchiandolo della nostra prepotenza e della nostra arroganza. Le illustrazioni di Emilio Tadini danno un respiro gentile a questa favola che gentile proprio non è, né poteva essere, se non – al limite – nell'epilogo, velleitaria compensazione di chi troppo ha sofferto per mano umana.

“Scandalo negli abissi” potrebbe essere un discreto strumento di propaganda verde, nei nostri anni segnati dall'angoscia d'una catastrofe climatica, nonostante non abbia un finale alla “Avatar”. Altrimenti mi sembra destinato a rimanere ciò che è – una nuova chicca per i collezionisti di cose céliniane, e per tutti gli appassionati di fiabe d'autore: magari, nere.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Louis-Ferdinand Destouches, detto Céline (Courbevoie, 1894 – Meudon, 1961) medico e scrittore francese.

Louis-Ferdinand Céline, “Scandalo negli abissi”, Il Melangolo, Genova 1992. A cura di Ernesto Ferrero. Illustrazioni di Emilio Tadini. Collana “Nugae”.

Prima edizione: “Scandale aux abysses”, 1959.

Gianfranco Franchi, “Lankelot”. Marzo 2010.

Ad Angela.