Un artista puro. Lettere inedite

Un artista puro. Lettere inedite Book Cover Un artista puro. Lettere inedite
Egon Schiele
Via del Vento
1999
9788887741032

“Un artista puro” è una deliziosa plaquette illustrata Via del Vento, pubblicata nel 1999 in tiratura limitata. Si tratta di nove lettere di Schiele ai famigliari e agli amici, inedite in Italia, corredate da disegni e foto: nelle parole della curatrice, Susanna Mati, “Le lettere qui presentate, indirizzate alla madre, al critico Arthur Roessler e all'amico Anton Peschka (e non comprese nelle altre edizioni italiane), ci mostrano, attraverso la loro concisione, le tracce di una figura ambigua: il commediante che si prostra di fronte ad Arthur Roessler lamentando ed esibendo letterariamente il proprio orgoglio o la propria indigenza, il parvenu culturale che vanta la sua amicizia con il regale Klimt e sfrutta con abilità le proprie relazioni, il giovane dandy che venera l'unica cosa divina e sacra: l'arte sempiterna [...]” (pp. 27-28).

La prima è datata 3 marzo 1912. Schiele scrive a Roessler commentando la sua recente mostra di Monaco e pianificando la prossima, prevista a primavera, a Vienna. Siamo proprio a ridosso dai terribili giorni dell'arresto (cfr. “Diario dal carcere”) e nella lettera successiva, rivolta sempre all'amico critico, il pittore racconta d'essere ancora eccezionalmente scosso: soprattutto per aver dovuto osservare un suo disegno bruciato durante l'udienza. Scenario inquisitorio, incancellabile. Schiele ha nausea alla sola idea di dover tornare a meditare su quanto accaduto. Intanto accenna ai soliti piccoli grandi problemi economici, e a qualche disegno nato nei giorni della galera: “Ho conservato un disegno anche per lei, tutti i disegni sono per coloro che mi sono vicini”, promette, affettuoso. La terza lettera, datata 22 dicembre 1912, è destinata alla madre. Schiele si trova in Ungheria, a metà strada tra Vienna e Budapest, ospite d'un collezionista per le feste di fine anno, in una cittadina “grande quasi come Linz”. È entusiasta per l'accoglienza e per l'ospitalità, e condivide tutti i dettagli più suggestivi con la mamma, certo di renderla fiera. Sempre alla madre è rivolta la quarta lettera, datata 23 novembre 1914. Schiele è ospite di Roessler ad Altmunster am Traunsee. Scrive per commentare il matrimonio dell'amatissima sorella Gerti con il pittore Anton Peschka: “Il passato è privo di vita”, chiosa, non senza amarezza, “e quell'epoca non ritornerà mai più”. La sensazione è che stia parlando a se stesso, per addomesticarsi a vivere un futuro diverso – ha perduto il rapporto ossessivo e unico che tanto l'aveva ispirato, sin dall'adolescenza, e sa che indietro non si può tornare.

Nel giugno 1916 scrive da Praga: sono i tristi giorni della Grande Guerra e l'artista confida di poter uscire dallo stallo in cui si trova assieme ad altri soldati, in attesa di partire per il fronte. Sembra – comprensibilmente – nervoso. Qualche giorno più tardi, il 10 luglio, ammette: “sinceramente sto male, puoi immaginartelo”. È militare da quattordici giorni, e si domanda che senso abbia avuto stare al mondo se stare al mondo significava dover partecipare a quella “guerra sventurata”. Si sente solo, ma non rinuncia alla speranza.

Nell'agosto 1916 Schiele scrive a Peschka: le cose si mettono male, i rapporti con lui e con Gerti si stanno seriamente deteriorando. Il pittore accenna a tutta una serie di incomprensioni e di pettegolezzi che stanno scavando un abisso tra di loro. Qualche mese più tardi (gennaio 1917) le cose sembrano essersi risistemate; Egon progetta nuovi quadri, e una nuova vita viennese: intanto, spedisce notizie su amici e sodali sparpagliati al fronte, e accenna ai tanti caduti tra gli artisti tedeschi più giovani e promettenti. Nel maggio 1917 (ultima lettera dell'edizione) scrive sempre all'amico, sposo della sorella, pianificando un periodo, post-guerra, in Dalmazia, a Ragusa (oggi Dubrovnik): “voglio rimanerci sei mesi per riprendermi e lavorare. Sarebbe un modo per evitare l'inverno”. Spendendo poco. Consiglia all'amico di non diventare insegnante, ma di restare artista: “sarà più difficile essere un artista puro, però è una scelta più netta”. “In trincea disegna” - consiglia Schiele. Così al ritorno potrebbe organizzargli una mostra. “Disegna su fogli della stessa grandezza” - ribadisce. E infine incalza: “Devo inviarti del materiale?”. Futuro diverso dall'arte Egon Schiele non vedeva, e non sapeva pronosticare. L'esperienza militare passava in secondo piano, perché lui era nato per dare vita ad arte nuova – e questo soltanto aveva senso. Così doveva essere per i suoi sodali, assieme avrebbero dovuto fondare un'epoca nuova.

È rimasto un sogno. Un sogno bellissimo.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Egon Schiele (Tulln an der Donau, Austria, 1890 – Vienna, 1918), pittore austriaco.

Egon Schiele, “Un artista puro. Lettere inedite”, Via del Vento, Pistoia, 1999. Traduzione di Daniela Fedi. Postfazione e note di Susanna Mati. Collana “I quadernidiviadelvento”, 26. Tiratura limitata 2000 copie: la mia è la numero 1200.

Gianfranco Franchi, agosto 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.