ISBN Edizioni
2009
9788876381164
Gareth si sveglia e scopre che una delle sue vacche è sparita. Assieme a lei è sparito qualcosa di diverso: il sogno del suo grande amore, diventata fredda e ostile, inavvicinabile. È andata smarrita la percezione del futuro – la possibilità di plasmarlo, di avvicinarlo ai propri sogni. È andata perduta parte della terra che avevano coltivato, riconquistata dai boschi, forse per caso o forse no, quando lei aveva dovuto abortire il secondo bambino.
“Quel mattino aveva visto l'alba. L'alba che saliva dalla terra. Un uccello soltanto cantava, come un bambino che parla da solo mentre gioca. Aveva pensato alla notte che stava per finire, al vitello silenzioso e alla mucca scomparsa, al diario di suo padre. Leggere le sue memorie lo aiuta a dormire o a smettere di pensare ad altre cose, come la terra che vorrebbe comprare, o il corpo di sua moglie; era terribile quanto aveva desiderato il suo corpo la notte prima. Il desiderio non sarebbe diminuito. È una cosa strana da tenere segreta, quanto vogliamo un corpo” (p. 12).
Così, in poche battute, questa è la povera trama di un romanzo d'esordio tenero, lirico e fragilissimo, giocato su slanci elegiaci e precipizi introspettivi – memorie del padre perduto, spirito della sua battaglia, antiche scelte esistenziali – attenuati appena dai morsi di giovinezza che sbuffano nelle parole della figlia del protagonista. È un libro di morte e d'amore: di incontro con la morte, quella terribile e inconsolabile del padre e quella toccante e lenta del cane; di ricordo dell'amore, e di desiderio di restituire significato all'antica appartenenza. “Ha incominciato lei con questa cosa. Con questo modo di pensare, come se stesse parlando a voce alta con se stessa, come un viso riflesso in uno specchio, che le risponde. Uno strumento di controllo, una precauzione. Le donne invecchiano in fretta, quando invecchiano” (p. 10).
Lo stile è spezzettato, frammentato – come quando la poesia incontra la prosa, e ne deriva questo stravagante e seducente ibrido, intenso, fatto di scrittura levigata e scolpita, disossata. Il respiro è minimalista, umanissimo, gentile. La sensazione è che potrà derivarne, un giorno, un bel momento di cinema intimista e allegorico, con una fotografia tutta fondata sull'espressione della bellezza selvatica e scontrosa del Galles. Per adesso, teniamo per noi questo romanzo che va sorseggiato come un buon vino artigianale, scoperto in una cantina poco più che amatoriale, patrimonio – sino all'altroieri – di una ristretta cerchia di aficionado, gelosi della loro scoperta e sospettosi dei neofiti. Come sempre accade. “La lunga siccità” infine potrà terminare, come in un disco dei Cure, quando si comincia a pregare perché possa piovere.
(la polvere non scompare, si raduna in un angolo: in quell'angolo spopola, non c'è verso di lavarla via)
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"How long did it take you to write 'The Long Dry' and how did you find the process?" "There are two answers to that. Physically, 'The Long Dry' was written and typed up in ten days. So one answer is 'ten days.' But given the theme - the setting in the place I grew up, the more personal events - the other answer is 'all my life.' You pretty much work all the time. Constantly dipping away into another place to think things through, work on a part of a story. It's difficult to do that when you're opening credit card statements, or buying washing powder or whatever. So you have to be able to function normally, and I think a lot of the process, for me, happens invisibly first. Then, when it's ready, it comes out. With 'The Long Dry' it was an intense, focussed short time. It was like having to carry a full glass of water across a room without spilling any. I was frightened of dropping it until it was down in one piece”. (fonte: BBC)
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Cynan Jones è nato in Galles nel 1975. Ha lavorato come freelance nell’industria vinicola, part time in un cantiere e poi come gestore di una piccola enoteca a Aberaeron. “La lunga siccità" è il suo primo romanzo.
Cynan Jones, “La lunga siccità”, ISBN, Milano 2009. Traduzione di Gioia Guerzoni.
Prima edizione: “The Long Dry”, 2007
Gianfranco Franchi, giugno 2009.
Prima pubblicazione: Lankelot.