Coppi e Bartali

Coppi e Bartali Book Cover Coppi e Bartali
Curzio Malaparte
Adelphi
2009
9788845923814

Nel 1949, quando in Italia circolavano 3 milioni di bici e appena 150mila auto, o giù di lì, e tutti erano commossi e scossi da un grande film come “Ladri di Biciclette”, uscito da pochi mesi, i nostri nonni ascoltavano le radiocronache delle grandi imprese sportive di due ciclisti che facevano sognare il popolo: Bartali e Coppi, “due atleti perfetti”. Due atleti cantati da Buzzati e Vergani, all'epoca, e da un meno prevedibile grande nome decaduto della nostra Letteratura: Malaparte, all'epoca esule – diciamo così – in Francia.

“In Italia” – scriveva ai nostri cugini transalpini, per spiegare il nostro antico culto per il ciclismo – “la bicicletta appartiene a pieno titolo al patrimonio artistico nazionale, esattamente come la Gioconda di Leonardo, la cupola di San Pietro o la Divina Commedia. Ci si stupisce che non sia stata inventata da Botticelli, Michelangelo o Raffaello” (p. 11). E ancora: la bici “senza un briciolo di pudore, viola tutti i misteri del paesaggio, dell'orizzonte, della natura. Scivola sulla strada come sul filo di un rasoio, inclinandosi con grazia nelle curve, dondolando dolcemente in salita (...)” (p. 15). Siamo dalle parti della prosa lirica, a questo livello. La clausola del testo – pindarica – ne conferma il respiro poetico.

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Nel 1949, sulla rivista francese “Sport Digest” esce “Les deux visages de l'Italie”, a firma Malaparte. Apparve – scrive Mura nella postfazione – a pochi giorni dal Tour, prima dell'esplosione di Coppi. È un pezzo che va a scandire le differenze principe tra i due campioni; il vecchio, glorioso Gino Bartali (classe 1914) e il giovane, formidabile Fausto Coppi (classe 1919). Antitetici in tanto: l'uno religioso, l'altro non osservante; uno conservatore, l'altro progressista; uno contadino, l'altro operaio; uno bevitore e fumatore, l'altro estraneo ai vizi; uno diesel, l'altro scattante; uno eroe – di guerra, anche – l'altro campione. Antitetici in tanto, ma non nemici: rivali, profondamente legati da un vincolo di rispetto, di amicizia, di comuni ferite (di guerra; di morte di un fratello ciclista), di comuni sogni (tenere alta la bandiera dell'Italia), di fede in Dio. La guerra ha tolto qualcosa a entrambi; la maturità a Bartali, sostiene Mura, la prima giovinezza a Coppi. Malaparte ci restituisce, invece, il loro spirito e la loro grandezza, in questa deliziosa piccola edizione Adelphi (2009, 5 euro e 50), dominata da un colore rosa che gli appassionati di ciclismo ben sanno riconoscere e apprezzare.

Amava molto Bartali – non soltanto per questioni territoriali: toscani entrambi – e ammirava la sua capacità di resistenza, e la sua fede ingenua e profonda; considerava Gino figlio della fede, e Fausto del libero pensiero (p. 24). Scrive: “Coppi non teme l'inferno, teme il secondo posto nell'ordine di arrivo. Sa che Bartali forse arriverà per primo in paradiso. Ma che gli importa? Fausto Coppi vuole arrivare primo sulla Terra” (p. 27). Secondo Malaparte, Coppi incarna l'uomo moderno: Bartali l'eroe romantico, figlio di una cultura già sconfitta dal tempo. È curioso – rileva Mura – che Malaparte abbia intuito tutta la solitudine e l'isolamento di Coppi. “Non bisogna lasciarsi ingannare dal suo sorriso” - scriveva Kurt - “dai suoi occhi vivi e luminosi, dalle parole chiare e lievi, dalle rapide movenze: Coppi è un uomo solo, un uomo triste. La sua solitudine, la sua tristezza sono le stesse delle macchine d'acciaio” (p. 38). Tutto questo ben prima della famosa vicenda dell'uomo solo al comando: prima che la solitudine dell'Airone diventasse leggendaria.

Grazie ad Adelphi per averci restituito, a prezzo davvero simbolico, un altro pezzetto di storia d'Italia – e della Letteratura Italiana – a firma Malaparte. Grande scelta.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Kurt Erich Suckert (Prato, 1898 - Roma, 1957), alias Curzio Malaparte, scrittore, giornalista e diplomatico italiano.

Curzio Malaparte, “Coppi e Bartali”, Adelphi, Milano 2009. Con una nota di Gianni Mura. pp.  56 euro 5,50.

Prima edizione: “Les deux visages de l'Italie”, rivista Sport Digest, 1949.

Approfondimento in rete: WIKI it

Gianfranco Franchi, settembre 2009.

Prima pubblicazione: Lankelot.

Un raro scritto malapartiano sui due campionissimi del ciclismo italiano…