Quaderno di Positano

Quaderno di Positano Book Cover Quaderno di Positano
Arturo Onofri
Via del Vento
2002
9788887741353

Una luna sanguigna sguscia fuori dalle onde dai sogni di una donna. Il gallo selvatico canta alla luna, mentre il mare russa, sciacquante. “Un grido” - scrive Onofri - “è lo scoglio nero che sorge di sbalzo allo specchio appannato del mare”, mentre tutto il paese “spettrale e muto dorme esalando pallore”.

Prosa lirica assoluta, quella del “Quaderno di Positano” [1925] del poeta e antroposofo capitolino Arturo Onofri; sono frammenti nati da un'ispirazione solare, d'una solarità accecante; sono canti di bellezza e di memoria, visioni pure, descrizioni incandescenti. Sembrano frammenti d'un poeta tardo-romantico, ma hanno un'anima ermetico-surrealista, sperimentale, insolita. Sembrano pitture di Savinio, certi passi. “Una cicala sola lima ostinatamente il cielo chiuso che trasalisce d'argento; finché riesce a spezzarlo. Una lucertola, salita sul ceppo abbandonato presso il pozzo, ha un singhiozzo di caldo al diluvio d'oro che a un tratto la inonda” (XXXI, p. 9). O ancora questo magnifico frammento XLV: “Le ombre s'allungano rassegnate sulla tovaglia candida, sdraiata lungo scodelle e tazze irresponsabili”. Onofri sa che il silenzio, fra gli angoli e gli spigoli della casa, sa gorgogliare appassionatamente. Ascolta e vede quel che noi abbiamo dimenticato di poter ascoltare e vedere. È un mistico, un iniziato, un innamorato della natura allo stesso tempo.

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Qualche vaga eco rimbaudiana: “All'alba tra cielo terra e mare, ho finalmente rivalutato la bellezza, che non è mai la stessa. Solo per un accorgimento celeste ho potuto riconoscerla e adottarla” (XXII, p. 7); questo passo andrebbe idealmente comparato con il suo magnifico “Un soir, j'ai assis la Beauté sur mes genoux. - Et je l'ai trouvée amère. - Et je l'ai injuriée” (“Une Saison en Enfer”). Et je l'ai injurée. Onofri voleva ripartire da qui. Ecco: e adesso “dimentichiamo il triste abbandono di tutti gli amici nel giubilo fugace delle foglie di ponentino” (LXXXV), ché “cubi d'aria si rarefanno a ventaglio fino all'assurdità del buio” (XCVI); infine, “nel chiarore possente del meriggio cielo e terra s'adorano nel mare” (CI). E così sia.

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Contestualizziamo con l'aiuto della curatrice, Magda Vigilante: “Le brevi prose liriche del 'Quaderno di Positano' furono composte nel luglio del 1925 e furono definite 'Notazioni marine' da Onofri, il quale scrisse il titolo del quaderno e la data sulla copertina, ripetendo anche sul frontespizio il luogo e la data insieme all'altra indicazione […]. Il Quaderno non è significativo solo per lo sperimentalismo, ma anche in quanto testimonia che nello stesso anno 1925, in cui pubblicò l'opera teorica 'Nuovo Rinascimento come arte dell'io', Onofri scrisse ancora prose liriche di stile frammentista che rivelano come l'evoluzione stilistica della sua opera non possa essere esattamente suddivisa nei periodi precedenti e successivi al 1921, anno di edizione del volume 'Arioso', apparentemente conclusivo dell'esperienza frammentista. È anche vero che il poeta non pubblicò mai il Quaderno […]. La scoperta del 'Quaderno di Positano' permette allora di rintracciare le premesse della successiva produzione poetica onofriana e di spostare alla più tarda data del 1925 il contrasto ancora non risolto tra frammentismo e poesia tradizionale” (pp. 25-26).

L'edizione – manco a dirlo, quando si tratta di recuperi di lusso di testi inediti e rari del Novecento – è la solita, elegante Via del Vento di Pistoia, diretta dal letterato Fabrizio Zollo. Un giorno orde di lettori s'accorgeranno che avevano a disposizione uno scrigno carico d'oro, di diamanti grezzi, di gioielli; e sapranno forzarlo, sognando forse che ne esista uno nuovo, nascosto in qualche altra cittadina toscana. Difficile.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Arturo Onofri (Roma, 1885 – Roma, 1928), poeta e scrittore italiano.

Arturo Onofri, “Quaderno di Positano”, Via del Vento, Pistoia 1999. Tiratura limitata 2000 copie. La mia è la numero 1339. Nota al testo di Magda Vigilante.

Prima edizione: I frammenti nn. I-XLVIII sono apparsi, con nota critica di M. Vigilante, sulla rivista “Prato Pagano” (dicembre 1987) n. 1, pp. 12-19, mentre i frammenti XLIX, LXXVII, LXXIX, LXXXI, LXXXIV, XCI sono apparsi, a cura di Roberto Deidier, sulla rivista “Trame” III (1991), n. 6, pp. 8-9.

Gianfranco Franchi, aprile 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.

Prosa lirica assoluta, quella del “Quaderno di Positano” [1925] del poeta e antroposofo capitolino Arturo Onofri; sono frammenti nati da un’ispirazione solare, d’una solarità accecante…