L’isola dei Liombruni

L'isola dei Liombruni Book Cover L'isola dei Liombruni
Giovanni De Feo
Fazi
2011
9788864112145

“Ci sono dèi su quest'isola, pensa. Dèi che camminano senza lasciare orme, che uccidono con una parola, dèi che risuscitano i morti, dèi velenosi come serpenti e belli come draghi distesi al sole. Siamo noi, gli dèi dell'isola” [De Feo, “L'isola dei liombruni”, p. 22].

Un poco “Peter Pan” di Barrie, un poco “Inception” di Nolan, con vaga reminiscenza del “Signore delle mosche” del grande Golding: “L'isola dei liombruni”, romanzo “gotico mediterraneo”, per restare fedeli al lessico autoriale, è un'opera che restituisce notevoli ricordi estetici – senza per questo perdere personalità. L'artista è Giovanni De Feo, scrittore capitolino classe 1973, alle spalle un signor esordio con la e/o (“Il mangianomi”, fresco di seconda e definitiva edizione in Salani) e l'invenzione di una storia che ha commosso e conquistato tanti appassionati di cinema, vale a dire l'italianissimo e fantastico “L'uomo fiammifero”, diretto da Marco Chiarini.

Nei giorni scorsi, De Feo ha dichiarato al “Venerdì di Repubblica” che il suo nuovo libro è “un romanzo di formazione dove l'elemento autobiografico si è tinto di irrealtà. Volevo raccontare il trauma dell'abbandono dell'infanzia, quando capiamo che saremo costretti a non credere più ai sogni”. E per raccontarlo De Feo ha accompagnato i suoi lettori in una dimensione parallela che ha qualcosa di famigliare: siamo in un'isola mediterranea che può ricordare quella morantiana. E in quest'isola succedono diverse cose terribili e buffe e curiose. Tanto per cominciare non c'è sostanzialmente più traccia di “Alti”. Gli “Alti”, cioè gli adulti, sono stati fatti fuori dai ragazzini. I superstiti non se la passano granché bene, tendono a rischiare la pelle, c'è poco da fare. I ragazzi sono divisi tra loro, in ogni caso, e quando devono regolare i conti s'affidano ai Certami. Tra i ragazzi ce ne sono due ai quali il narratore è parecchio affezionato, si chiamano Smiccio e Zenzero e hanno in comune Cecella. La passione per Cecella. Nomi curiosi, decisamente. Come curiosi sono i liombruni. Ma stando a quanto ha raccontato De Feo, in una bella intervista rilasciata a “Nota Politica”, «I nomi dei due protagonisti sono letteralmente caduti nella mia testa senza un perché, e così li ho accettati. Anche quello dei liombruni, nome che mi sono piccato di aver inventato io fin quando ho scoperto di averlo ricordato da una fiaba di Calvino. Per gli altri ragazzi ho invece saccheggiato il Pentamerone di Basile, uno dei capolavori del nostro Seicento. Mi piaceva il suono arcaizzante di quei nomi antichi, nomi che sarebbero stati plausibili, seppur 'straniati', nelle isole dove ho passato la mia adolescenza».

E poi ci sono un sacco di sogni. E di sognatori che parlano di sogni. Perché un sogno può essere vero. C'è Primo, per dire, che ricorda agli altri ragazzi che non ci sono più parole come “mamma” e “papà”, e che sono tutti liberi. Primo è uno che ama sognare il sogno di tutti loro. E ammette che anche se lui prende e scompare, in realtà non se ne va mica. In un certo senso, rimane sempre tra loro. E “solo quelli che si svegliano mi vedranno”, dice. Tutti sono parte del suo sogno, soltanto che qualcuno lo sta sognando assieme a lui.

Zenzero, per dire, sogna spesso i liombruni. “Sogna sempre quella grotta, alta e cupa, invasa dagli sguardi d'oro dei liombruni. E in una barca di legno sta sdraiato Primo, le mani sotto la testa e gli occhi spalancati sul nero. Ogni volta Zenzero sente che nel sogno Primo gli parla, gli mormora un segreto che se lo ricordasse cambierebbe tutto. Ma sempre, non appena si sveglia, Zenzero dimentica ogni cosa, tranne la visione della grotta”.

I liombruni hanno occhi d'oro che vanno dardeggiando nelle ombre, e quando giocano è tutto uno squittio. Sono bestiole intelligenti e forti: non se ne vedono mica di liombruni ammazzati, per l'isola. E chissà, magari esistono pure al di fuori del sogno. Basta volerli andare a cercare.

EDIZIONE ESAMINATA E BREVI NOTE

Giovanni De Feo (Roma, 1973), scrittore e sceneggiatore romano. Ha insegnato ad Amsterdam e Londra. Vive e lavora a Genova. Ha scritto “L'uomo fiammifero”.

Giovanni De Feo, “L'isola dei liombruni”, Fazi, Roma, 2011.

Gianfranco Franchi, giugno 2011.

Prima pubblicazione: Lankelot.

E chissà, magari esistono pure al di fuori del sogno. Basta volerli andare a cercare…