Avviso agli studenti

Avviso agli studenti Book Cover Avviso agli studenti
Raoul Vaneigem
Piano B Edizioni
2010
9788896665046

Raoul Vaneigem, scrittore belga classe 1934, già protagonista del movimento situazionista, è un intellettuale eretico, apocalittico, visionario. Nella nuova edizione del suo “Avviso agli studenti” (1995), completa del saggio breve “Terrorismo o rivoluzione” (1972), possiamo apprezzare l'intelligenza dissacrante di un pensatore che ha saputo spiegare – per dirla con le parole del curatore, Sergio Ghirardi - “Come reagiscono le nuove generazioni al consolidarsi dell'alienazione, aggravata dal ricatto economico che un capitalismo alla deriva fa pesare sulla sopravvivenza economica, ambientale e persino fisica degli esseri viventi” (p. 17).

La risposta è in questo saggio di formidabile aggressività e solarità, nato in opposizione alle nuove strategie della Commissione Europea, vincolate al principio che “L'impresa deve essere impostata sulla formazione e la formazione sui bisogni dell'impresa”: correndo il rischio di finire per produrre altro inutile e altro superfluo e consumare – il francesismo è di Vaneigem - “merda”. Insomma: “odiosa ieri, la scuola ormai è soltanto ridicola”.

Vaneigem non crede che esistano bambini stupidi: soltanto educazioni imbecilli (p. 55). Viviamo in un'epoca che dovrà sostituire l'antico “memento mori” al nuovo “memento vivere”: inutile pensare alla morte e alla decadenza, perché quella altro non è che una “visione da vegliardi prematuri, da golden boys precipitati nella senilità precoce per avervi preferito il denaro all'infanzia” (p. 25). E siccome “Chi porta nel suo cuore il cadavere della propria infanzia non educherà mai altro che delle anime morte” (p. 38), e i giovani non devono e non possono continuare a credere in una società senza gioia né futuro. Serve qualcosa di radicalmente diverso. Serve ribadire che “non vogliamo più una scuola in cui s'impara a sopravvivere disimparando a vivere”: serve ricordare che la noia genera violenza, e la bruttezza vandalismo. Serve tenere presente – come scrive il filosofo belga – che un sistema educativo nato per immettere intelligenze addomesticate sul mercato del lavoro è un disastro fallimentare. Serve ripetere, come un mantra, che il principio “vinca il migliore!” è padre di rovine. Perchè la competitività incita alla corruzione: e la corruzione è la morale degli affari. E in ogni caso: che cosa mai ci sarà, in palio, in questo sistema educativo?

“Vincere che cosa? Una più grande intelligenza sensibile, più affetto, più serenità, una maggiore lucidità su se stessi e sulle circostanze, migliori mezzi di agire sulla propria esistenza, più creatività? Niente affatto, più denaro e più potere, in un universo che ha usato il denaro e il potere a forza di essere usato da loro” (p. 34).

La creatività è un dono di tutti gli esseri umani: non va soffocata, e non va corretta. Vaneigem crede che l'unico progetto educativo sia “crearsi nell'amore e nella conoscenza del vivente”: non formare impiegati e operai depressi per la vita e per la centralità indomabile del lavoro, costretti a inventarsi una Causa, c maiuscola, per dimenticare “la triste violenza del male di sopravvivenza del quale soffrono” (p. 22). In questi frangenti, vive la formazione situazionista del filosofo belga: una lezione, spiega Ghirardi, “lontana anni luce dal militantismo politico tradizionale oscillante tra cristianesimo e leninismo, tra creatività addomesticata e gregarismo fanatico”, una teoria che s'è incaricata “di indicare la via di un rovesciamento di prospettiva radicale della società capitalistica, arrivata al suo stadio finale spettacolare-mercantile” (p. 6).

Il lavoro non va santificato, il lavoro va criticato: il sacrificio sociale di chi si annulla, per sostenere una “sovrapproduzione capitalistica altrettanto inutile che insostenibile”, è insensato.

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Così, con una predica finale sulla necessità d'un'occupazione delle vecchie scuole, per abbellirle e trasformarle in atelier dell'intelligenza e della creatività, in “frutteto di gaio sapere”, e con un invito a marciare sulla testa dei re – come insegnava Shakespeare – termina un pamphlet schierato e violento, capace di fronteggiare la depressiva minaccia dell'egida del profitto e di combattere nel nome della sovranità della qualità della vita. Perché “una scuola dove la vita si annoia insegna solo la barbarie”, e “non vogliamo più una scuola in cui s'impara a sopravvivere disimparando a vivere”.

Fonte inesauribile di slogan e di motti, “Avviso agli studenti” è un'iniezione di fiducia nella rivoluzione e nel sogno. Soltanto per questo, al di là del suo estremismo tutto letterario, andrebbe interiorizzato da professori e studenti, e discusso a dovere in una bella assemblea, tutti presenti, nessuno escluso.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Raoul Vaneigem (Lessines, Belgio 1934), scrittore libertario belga; è stato una figura rilevante del movimento Situazionista.

Raoul Vaneigem, “Avviso agli studenti. Terrorismo o rivoluzione”, Piano B, Prato 2010. Traduzione di Sergio Ghirardi.

Prima edizione: “Avertissement aux écoliers et lycéens”, 1995; “Terrorisme ou révolution”, 1972.

Gianfranco Franchi, aprile 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.

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SEMPRE A PROPOSITO DI "AVVISO AGLI STUDENTI"...

La crisi dell'istituzione scolastica raccontata da uno scrittore libertario belga, ex situazionista: Raoul Vaneigem è un filosofo visionario, anarcoide ed eretico, convinto – non senza buone argomentazioni – che le giovani generazioni non dovrebbero accontentarsi d'una società senza gioia, né avvenire, sopportata come una malattia dagli adulti; e che non ha nessun senso che la scuola che schiacciava e omologava generosità, stravaganze e curiosità, forgiando impiegati e operai ossessionati dal lavoro, sopravviva a sé stessa. E siccome la noia è l'unica madre della violenza, e la bruttezza la matrigna del vandalismo, dovremmo agevolare l'autodistruzione dei brutti edifici nei quali abbiamo studiato; perché là abbiamo imparato a sopravvivere, dimenticando d'avere rispetto per noi stessi, per i nostri principi e i nostri ideali.

Vaneigem è convinto che la scuola sia ancora oggi un luogo di addomesticamento e di condizionamento, nel quale la cultura serve da pretesto e l'economia da realtà; e che spesso chi educa è uno che porta nel cuore il cadavere della propria infanzia: così, non addestra nient'altro che anime morte. Il sentiero predicato dall'apocalittico filosofo è questo: occupate dunque gli edifici scolastici anziché lasciarvi prendere dal loro sfacelo programmato. Abbelliteli secondo il vostro gusto, poiché la bellezza incita alla creazione e all'amore, mentre la bruttezza attira l'odio e l'annientamento. Trasformateli in atelier creativi, in parchi dell'intelligenza attraente. Perché una società che risponde alle sofferenze col clientelismo e con l'arte di arrangiarsi è una società mafiosa, conclude, imperioso.

"Avviso agli studenti" è stato pubblicato da un giovanissimo editore toscano, Piano B. Un editore che ricorda la vecchia Stampa Alternativa di Marcello Baraghini. Stessa iconoclastia, stesso coraggio. Avanti.

Gianfranco Franchi, aprile 2010. Prima pubblicazione: BlowUp.

La crisi dell’istituzione scolastica raccontata da uno scrittore libertario belga, ex situazionista…