La felicità esiste

La felicità esiste Book Cover La felicità esiste
Paolo Zardi
Alet
2012
9788875202095

Più sentimentale che esistenziale, più rosa di quanto ci si poteva aspettare, tenendo presente il promettente e radicale esordio, la raccolta di racconti “Antropometria” [Neo Edizioni, 2010], il primo romanzo dell'ingegner Paolo Zardi, da Padova, è una robusta e discretamente letteraria meditazione sul senso dell'amore, e delle appartenenze; sulla fertilità e sull'opportunità del tradimento, sulla coscienza delle vigliaccherie, sulla centralità del sesso. Sulla menzogna, intesa come norma prima di ogni cambiamento. Fondato su una buona, ripetuta serie di descrizioni dal limpido gusto cinematografico, e su dialoghi di onesta fattura e buon ritmo, “La felicità esiste” [Alet, 2012] è una dignitosa pagina di narrativa non estranea a ossessioni molto moraviane: c'è tanta carne al fuoco – è il caso di dirlo – e una discreta capacità di rapprentare il torpore del protagonista, e il torbido delle sue vicende.

Baganis è mediterraneo, bello e ossessionato dalle donne. Non un seduttore, nemmeno un dongiovanni. Una controfigura dell'amore, piuttosto, un possessore. Compulsivo, seriale. Incosciente, per larga parte della narrazione. Un uomo senza qualità, angosciato dal futuro, prigioniero del suo eterno presente. Uno che non sembra appartenere più a niente. Uno che ha perduto il senso. Capelli corti, barba di qualche giorno, alla Mickey Rourke giovane, pupille nere, è un avventuriero irrequieto. Ma senza gioia, senza leggerezza, senza nemmeno allegria.

Qualche anno prima suo figlio Leonardo, appena otto anni, è caduto dalle scale ed è morto. Rovescio della sorte assurdo e terribile. Rimpianti, rimorsi, diverse bugie, tanta debolezza. La sua ex moglie è rimasta ferma a quel giorno, è fossilizzata dal dolore. E ha trasformato la cameretta del bambino in un suo piccolo tempio. “Come nei frattali, dove ogni dettaglio una volta ingrandito presenta un universo in miniatura, così gli attimi trascorsi dal figlio su questa terra si erano dilatati, arrivando ad occupare tutto il suo passato” [p. 109], e ha finito per costruire un mondo parallelo, in cui il piccolo vive le sue esperienze, progressivamente, e infine muore. Ogni volta. È prigioniera di un microcosmo lugubre e oscuro. Ha perso voglia di vivere, e semplicemente s'estrania. In questo grigiore, non poteva mancare uno sfondo postindustriale, e gelido. Milano. Fiume metallico di macchine. Quel fiume figlia un rombo costante e basso, e quel suono è la voce della città. Quel fiume ha un pessimo odore. Quell'odore rimane addosso senza che uno nemmeno se ne accorga. Zona industriale, “accozzaglia di vecchi parallelepipedi di cemento grigio, e di nuovissimi parallelepipedi in plexiglas e plastica lucida”. Freddo.

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“Forse è un retaggio degli anni Sessanta. Tutto è dovuto, certo, purché non ci siano doveri. L'unico peccato sono i soldi, tranne quando sono nelle proprie tasche. L'Occidente non è stato inventato per regalare la felicità, nonostante ormai tutti la pensino così. Abbiamo perso la capacità di elaborare una teoria del bene, ma la cosa più grave è che non abbiamo nemmeno una teoria sul male. Tutto si accetta allo stesso modo. Questo secolo verrà ricordato per le banche, per le telecomunicazioni, per Internet. Per un brusio rumoroso che non lascerà nessuna traccia” [Zardi, “La felicità esiste”, p. 86].

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Magari infine una'altra donna potrebbe restituire linearità, e altro respiro, e gioia: invece finisce per insegnare cos'era la bellezza e cosa la felicità – la grazia, viene da dire – e quanto distante adesso esso sia, e quanto incolmabile sia quella distanza. “La felicità esiste” è l'autodafé di un uomo che pensava di giocare quando voleva praticare il sesso senza sentimenti. Leggere Philip Roth non è bastato.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Paolo Zardi (Padova, 1970), ingegnere e scrittore veneto. Ha esordito pubblicando un racconto nell'antologia “Giovani cosmetici” a cura di Giulia Belloni (Sartorio, 2008).

Paolo Zardi, “La felicità esiste”, Alet, Padova, 2012. Collana “Iconoclasti” di Giulia Belloni, quarta uscita.

Approfondimento in rete: Grafemi (blog di Zardi) / Vicolo Cannery / intervista sul Mangialibri

Gianfranco Franchi, febbraio 2012.

Prima pubblicazione: Lankelot.

“La felicità esiste” è l’autodafé di un uomo che pensava di giocare quando voleva praticare il sesso senza sentimenti. Leggere Philip Roth non è bastato.