Prosdocimi. La vita è un gioco

Prosdocimi. La vita è un gioco Book Cover Prosdocimi. La vita è un gioco
Paola Biribanti, Bruno Prosdocimi
Iacobelli
2018
9788862524377

Inventò il mestiere di caricaturista tv, in Rai; introdusse i disegni nelle figurine Panini, fino a quel punto dominate dalle fotografie; collaborò con "Topolino" e per la Mondadori-Disney ideò svariati gadget; seppe dare un'anima pop alla lirica, restituendone artisti e protagonisti sul quotidiano della sua Verona, "L'Arena"; collaborò col "Candido" di Pisanò, post mortem di Guareschi; stupì ancora, in vecchiaia, forgiando favolosi carri per il Carnevale scaligero: Bruno Prosdocimi [Mestre, 1936] s'è dimostrato artista eclettico, leggero e divertente; mancava, nella saggistica del fumetto e dell'illustrazione, una monografia capace di raccontarlo e sintetizzarlo. A colmare questa lacuna e a raccontare la sua poliedrica attività professionale, i suoi talenti e la sua singolare personalità autoriale è stata, per prima, la giornalista e scrittrice ternana Paola Biribanti, classe 1977, alle spalle due saggi dedicati a Gino Boccasile ["La Signorina Grandi Firme e altri mondi", Castelvecchi, 2009] e a Brunetta Mateldi Moretti ["L'ironia è di moda", Carocci, 2018]: ecco “Prosdocimi” [Iacobelli, 2018; euro 14, pp. 128], tecnicamente un ibrido tra un saggio e un libro-intervista, corredato da una ricca selezione di vignette e illustrazioni di Prosdocimi, sia a colori che in bianco e nero, completo di bibliografia ragionata ("Su Prosdocimi", "Illustrati da Prosdocimi", "Televisione", "Editoria, illustrazione, fumetti", "Persone, costume e società"), di sitografia, di elenco delle collaborazioni, delle mostre e dei riconoscimenti.

Paola Biribanti ha saputo destreggiarsi tra le molte anime dell'illustratore veronese: non deve essere stato semplice. In un'intervista rilasciata al "Corriere dell'Umbria", la scrittrice ha confidato che è servito molto tempo per convincere Prosdocimi a raccontare tappe e retroscena della sua lunga carriera; il risultato è questo convincente lavoro, pubblicato nella collana "Pop Story" della romana Iacobelli, curata da Francesco Coniglio.

Prosdocimi era figlio d'arte; suo padre, il borghese Andrea Prosdocimi, di ottima famiglia bellunese, si firmava "Cavarzan", omaggiando il paese in cui era nato; era un illustratore satirico (con una medaglia: denuncia per lesa maestà, maestà savoiarda). In famiglia c'era un altro artista che aveva avuto maggior fortuna di Cavarzan: il cugino illustratore, Bruno Angoletta, firma del "Corriere dei Piccoli", inventore del mite soldato Marmittone.

Alle spalle studi all'Accademia di Belle Arti di Verona, intervallati dal servizio militare, Prosdocimi si fa notare, giovanissimo, per le sue caricature – la prima collaborazione importante risale al 1960; ventiquattrenne, viene ingaggiato dalla gloriosa rivista satirica "Il Travaso"; di lì a poco, si ritroverà litigato dalla Domus e dalla Mondadori. La scelta sarà sentimentale e immediata: Mondadori significava, in primis, Disney; Disney significava "Topolino": Disney era il massimo per uno che a due anni s'era trovato a bocca aperta, in sala, di fronte a "Biancaneve". In quel periodo, "Topolino" stava per debuttare nella sua nuova veste, a colori; nel corso degli anni, Prosdocimi collaborò non soltanto con le illustrazioni, ma inventando le tessere degli abbonamenti, le spille, il diploma, le carte da gioco, i calendari, la tombola, le buste per la corrispondenza. Oltre che "Topolino", Mondadori gli affidò promozione, realizzazione e impaginazione di "Nembo Kid", "Pecos Bill", "Braccobaldo"; di lì a poco, passò a collaborare con i famigerati "Gialli". Sempre in quel periodo, l'inesauribile Prosdocimi apparve per la prima volta nella popolare trasmissione Rai "Chissà chi lo sa?, come disegnatore di "Topolino". Vulcanico, a dir poco: "In quegli anni – racconta alla Biribanti – ero talmente preso dai lavori che facevo, che non mi rendevo assolutamente conto della loro entità, né della loro quantità. Finito un lavoro, ne cominciavo un altro. Fondamentalmente, non ho mai chiesto di lavorare: ideavo un progetto, lo proponevo e, se veniva approvato, lo portavo a termine. E avanti in quel modo. Il mio lavoro me lo sono sempre inventato, questo sì".

E con questa duttilità e questa instancabile attività artistica ritroviamo Prosdocimi tra i collaboratori del vecchio "Candido" di Guareschi, nel periodo delicato della direzione di Pisanò, e di lì a poco assistiamo alla nascita di uno dei suoi personaggi più buffi, Super Cane: un cagnaccio "con velleità da supereroe e abilità da Giamburrasca", più vicino a Paperino che a Topolino, a dar retta alla Biribanti: un personaggio di lì a poco catodico, durante il programma "Ottovolante" di Cino Tortorella, nel 1969. Ma è nel famigerato "Chissà chi lo sa?" che il talento di Prosdocimi sboccia:

"La figura di Prosdocimi, atipica e trasversale, risultava strategica all'interno del programma, perché andava a inserirsi nella sottile linea di confine tra il puro intrattenimento e l'interesse commerciale. Il suo ruolo consisteva nel ritrarre 'a modo suo' gli ospiti – generalmente cantanti, ma anche attori del cinema e di teatro, invitati per promuovere le nuove canzoni, i film in uscita o gli spettacoli in cartellone – su grandi cartoni che, alla fine della puntata, venivano inquadrati in sequenza con un accompagnamento musicale, a formarne la sigla di chiusura".

Paola Biribanti non trascura niente: leggerete delle collaborazioni di piccola avanguardia di Prosdocimi con le prime tv locali, del suo rivoluzionario approccio nel mondo delle adorate figurine Panini, della sua capacità di avvicinare il mondo della lirica ai profani, del suo unico amore e dei suoi due figli, dei carri costruiti per il Carnevale di Verona e del suo studio. O meglio: "Prosdocimi dipinge ovunque, dato che uno studio non ce l'ha. Cioè, il suo studio 'storico' esiste ancora (ed è grandissimo!), ma è impossibile da abitare, pieno com'è di fogli, libri, poster, riviste, caricature, album, giornali, copioni, cartoline, pupazzetti, opere del passato e del presente, tutti stipati in un accuratissimo disordine, dove lui solo riesce a orientarsi e in cui l'unica cosa ordinata è il paesaggio che si vede alla finestra, con Verona, da una parte e, dall'altra, il Lago di Garda". Quando si dice "genius loci"...

Gianfranco Franchi, dicembre 2018.

per approfondire: schede dedicate a PAOLA BIRIBANTI in Portofranco / Paola Biribanti lettrice forte [mangialibri] / Bruno Prosdocimi in WIKI it.

Inventò il mestiere di caricaturista tv, in Rai; introdusse i disegni nelle figurine Panini, fino a quel punto dominate dalle fotografie; collaborò con “Topolino” e per la Mondadori-Disney ideò svariati gadget; seppe dare un’anima pop alla lirica, restituendone artisti e protagonisti sul quotidiano della sua Verona, “L’Arena”; collaborò col “Candido” di Pisanò, post mortem di Guareschi; stupì ancora, in vecchiaia, forgiando favolosi carri per il Carnevale scaligero: Bruno Prosdocimi [Mestre, 1936] s’è dimostrato artista eclettico, leggero e divertente; mancava, nella saggistica del fumetto e dell’illustrazione, una monografia capace di raccontarlo e sintetizzarlo.