Adelphi
1997
9788845913235
Siamo nel mondo del piccolo Horty Bluett, ospite in una casa e in una famiglia che neppure tenta di comprenderlo e accudirlo. Le sue piccole ribellioni vengono frustrate e represse, i suoi giochi d’infanzia fraintesi e la sua innocenza offesa. Punito a scuola per un atto che viene ritenuto inqualificabile, subito in casa viene umiliato e aggredito dal patrigno. Unico vero compagno del nostro Horty è un giocattolo che da sempre lo accompagna, Junky. Contro quel giocattolo si sfoga l’ira del patrigno; il nostro eroe si scaglia disperatamente contro di lui. Quale sia il legame tra Horty e Junky è un segreto del romanzo: quanto voglio limitarmi a svelarvi è che, dalla breve colluttazione che avrà seguito al tentativo di distruzione del giocattolo, si svilupperà una trama incredibilmente fantasiosa e viva. Vivrete, a partire dalla fuga del piccolo Horty, in un mondo dove niente di quel che appare è reale, o è esattamente ciò che sembra: il carrozzone di un misterioso luna park itinerante, diretto da un uomo che chiamano il Cannibale, popolato di creature impossibili; una comunità di nani e un regno di cristalli, un amore delicato e innocente tra due bambini, e ancora una torbida passione tra un magistrato e una giovane impiegata, e vita di gatti dalle due zampe, e di telepati muti; e ancora, bambini che rimangono fisicamente inalterati per decenni, per improvvisamente mutare il loro aspetto, e creature che dimenticano di essere ciò che sono…
Un trionfo dell’immaginazione, dove i cristalli sognano di essere uomini, sognano “sogni fatti di carne e linfa, di legno, di ossa e di sangue”, e scoprono la dolce imperfezione dell’umanità nelle passioni e nei desideri, nell’espressione dei sentimenti e delle sensazioni. Con grande sensibilità Sturgeon descrive il mondo visto da un bambino “diverso”: nelle prime quaranta pagine è ammirevole la resa del tempo, dello spazio e delle sensazioni, perché davvero quanto descritto regala un insperato ritorno alle emozioni e alle sensazioni fortissime dell’infanzia – al senso di fragilità e di candore e di grandezza che tutto pareva poter assumere. Assai spesso l’aggettivazione ci conduce in quel mondo di purezza e innocenza irrimediabilmente perduto; e nei brevi e intensi dialoghi tra il piccolo Horty e la sua compagna Kay, unica a manifestargli gentilezza e umanità nella scuola, sembra quasi al lettore di recuperare l’immediatezza e la naturalezza della comunicazione, e la spontaneità perfetta dei primi anni di coscienza di sé.
Il romanzo fonde mirabilmente osservazioni del piccolo protagonista e osservazioni del narratore: è appena avvertibile la distanza, e davvero questa è una mirabile esecuzione stilistica. In seguito, Horty pare incarnare l’antico archetipo del Kaspar Hauser, ben narrato dal Feuerbach, ossia quello del trovatello dall’intelligenza sovrumana e dalla conoscenza divina; e la stessa mnemotecnica, quella eidotica o fotografica, che contraddistingueva il misterioso ragazzino apparso in un villaggio tedesco secoli fa, echeggia nella creazione dello Sturgeon.
La vita che incontrerà il favoloso fanciullo nel luna park itinerante è uno spaccato di umanità reietta, che vive in queste pagine di vita e luce propria: trionfa nell’opera tutto ciò che nell’umanità sa avere il colore e l’aspetto della solidarietà, della dolcezza, della filantropia; e negli esiti più inattesi e immaginifici della storia riconosciamo la splendida fantasia dello Sturgeon, e un ammonimento a noi tutti a non dimenticare a quali segreti incanti l’amore e l’empatia possano condurre; è un inno alla diversità, alla sua ricchezza e alla sua essenzialità, eppure sembra restituire l’idea di un’unità non solo di tutto ciò che è umano, ma di tutti gli elementi che popolano la terra: uomini, animali, vegetali, minerali.
Romanzo che mette in crisi e in discussione il concetto stesso di ruolo e identità, a volte, stravolgendo le canoniche percezioni della realtà: sottrae sicurezze, manifesta contraddizioni, afferma esistente ciò che è utopia, e permette al pensiero di rappresentare qualunque aspetto della vita. Ecco, di rado si è assistito ad un simile trionfo della libertà di creazione e trasformazione della realtà da parte del pensiero: e quale miglior speranza e miglior auspicio, quale miglior suggestione per chi crede e ha fede nelle infinite dimensioni generate dal pensiero? Questo romanzo è memoria e sogno; è fantascienza; è arte, è letteratura.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Edward Hamilton Waldo, alias Theodore Sturgeon (Staten Island, New York, 26 febbraio 1918 – Eugene, Oregon, 8 maggio 1985), romanziere americano.
Theodore Sturgeon, “Cristalli sognanti”, Adelphi, Milano, 1997. Traduzione di Giampietro Calasso. Cura editoriale di Annamaria Biavasco e Valentina Guani. Collana “gli Adelphi”, 117.
Prima edizione: “The Dreaming Jewels”, 1950.
Gianfranco Franchi, aprile 2002.
Prima pubblicazione: ciao.com. A ruota, Lankelot.