Marcos Y Marcos
2015
9788871687094
«Allora gliela canto: “Signor Alois Makno” dico. “È vero. La vita da noi è difficile. La nostra cittadina è un buco. Solo che adesso” dico “è un buco nel futuro. Attraverso questo buco noi faremo nel vostro mondo schifoso delle cose tali da far cambiare tutto. La vita sarà diversa, giusta, ognuno avrà tutto ciò che gli serve. Chiamatelo pure buco. Attraverso questo buco passa la conoscenza. E quando raggiungeremo la conoscenza noi renderemo tutti ricchi e voleremo verso le stelle e arriveremo in qualsiasi posto. Ecco com’è il nostro buco”». (Arkadi e Boris Strugatzki, “Picnic sul ciglio della strada”, pp. 51-52)
Una cittadina, l’incolore Marmont, che immaginiamo a metà strada tra un sobborgo sovietico e una sperduta little town canadese, in un Novecento indefinito sfugge all’anonimato e al grigiore industriale perché è oggetto di una visita degli alieni. È una delle sei Zone segnate e contaminate dal passaggio degli esploratori del cosmo: la morte in vita di Marmont s’è trasformata in una ricerca.
I ricercatori sono gli Stalker. Gli Stalker sono “giovani disperati che, a proprio rischio e pericolo, penetrano nella Zona e si portano via tutto quello che trovano”. Nel disprezzo della legge, nel sogno della scoperta che potrà cambiare la loro esistenza e, forse, mutare le sorti e le prospettive dell’umanità, nella coscienza che chiunque entri in contatto con la Zona subisca cambiamenti genotipici e fenotipici, sebbene nella Zona non si siano mai riscontrate tracce di radiazioni. Nel rifiuto delle imposizioni, gli Stalker s’avventurano nel proibito e nel segreto: perché della visita degli alieni son rimasti enigmatici e astrusi relitti. Quegli oggetti misteriosi hanno un prezzo salatissimo, sul mercato nero. Rimediarne qualcuno significa sistemare i propri guai per un bel pezzo.
Come al termine d’un picnic, i visitatori han lasciato rifiuti e oggetti sul ciglio della strada. Il problema è che l’umanità non riesce a interpretarli: gusci energetici, strane gelatine massacranti, stravaganti marchingegni che rifiutano di rispondere a tutte le leggi della fisica disintegrano e irridono le conoscenze degli scienziati. Nella Zona non esiste più logica: avvengono eventi “impossibili”, si ripetono fenomeni che potremmo giudicare, al limite, allucinazioni. E sembra che da qualche parte esista un segreto tesoro perfetto.
C’è uno Stalker a farci da guida nella Zona. Redrich Schouart, in servizio presso l’Istituto delle civiltà extraterrestri di Marmont, è un uomo che non ha intenzione di restare ai margini della Zona, contentandosi delle sue umanissime (e dunque fittizie ed effimere?) certezze e dello stipendiuccio elargito con distrazione dal sistema. Redrich non ha paura di valicare il confine della Zona e per istinto sa che la sua ricerca avrà una fine: perché ha un fine, e quel fine è la conoscenza. E la conoscenza è (fonte di) libertà.
Il romanzo si sviluppa cortocircuitando qualunque linearità temporale: brevi titoletti annunciano salti in avanti di qualche anno e brusche mutazioni prospettiche. Veniamo a conoscenza dell’accaduto tramite lo stralcio d’un’intervista rilasciata dal Nobel per la fisica Valentin Peelman, vediamo Marmont e la Zona dagli occhi di Redrich nel capitolo successivo, ci congediamo provvisoriamente da lui quando ha ventitré anni ed è uno Stalker sul punto di diventare padre, lo ritroviamo a ventotto, marito e genitore, ancora e fieramente Stalker, senza più altro ruolo nel sistema. E così si procederà, fino all’ultima esplorazione del trentunenne Red, fino agli estremi limiti dell’uomo, fin dentro gli abissi della volontà.
Avvincente e inquietante libro dei fratelli Strugatzki, tradotto dal genio di Tarkovskij nel film “Stalker”, “Picnic sul ciglio della strada” è uno dei picchi della letteratura fantastica del Novecento: senza essere apocalittico e rimanendo deliziosamente “aperto”, può essere interpretato allegoricamente in infinite vie. Non ha forse avuto torto Tarkovskij ad affermare “The Zone is a zone”: l’immaginazione fertilissima dei lettori ha costruito e costruirà paradigmi ermeneutici sempre egualmente distanti dal disegno originario degli Strugatzki. Probabilmente si voleva solo raccontare la storia d’un misterioso sbarco alieno e d’una cittadina contaminata non più e non solo dagli uomini, ma da nuova, altra e superiore intelligenza (stando poi a certi dialoghetti tra i personaggi, giureremmo che bastava poco davvero: ma transeat).
Allora è bene lasciare indefinito quel che è la Zona: perché soltanto così potremo, nei secoli, arricchirlo di significati e di sempre nuove letture metaforiche, accompagnando gli Strugatzki nell’immortalità. Una lezione mi sembra fondamentale: violare i limiti, oltrepassare i confini, rifiutare le demarcazioni, a qualunque costo, e mantenere puri i propri pensieri, per quanto è possibile. Dobbiamo valicare Zone proibite ogni giorno. Sempre più rigide le norme che impediscono l’accesso. Siate Stalker. Non stancatevi mai di cercare, e ribellatevi a chi limita la vostra libertà. Sempre. Altrove è il non luogo, è il dominio dell’utopia.
“La Visita è la scoperta più importante, non solo per quel che riguarda questi tredici anni, ma in generale da che esiste l’umanità. Ciò che conta non è tanto chi siano questi extraterrestri, da dove siano arrivati e per quale motivo, perché per un periodo così breve e dove poi siano andati a finire. La cosa importante è che ora l’umanità sa per certo di non essere sola nell’Universo. Temo che l’Istituto delle civiltà extraterrestri non riuscirà più a fare una scoperta altrettanto fondamentale” (Arkadi e Boris Strugatzki, “Picnic sul ciglio della strada”, p. 11).
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE.
Arkadi Natanovich Strugatzki, (Batumi, Georgia, 1925 – Mosca, 1991), nippologo, romanziere russo.
Boris Natanovich Strugatzki, (Leningrado, 1933 – Russia, 2012), astronomo e romanziere russo.
Arkadi & Boris Strugatzki, “Picnic sul ciglio della strada”, Marcos y Marcos, Milano, 2003. Traduzione di Luisa Capo.
Parrebbero errati i dati biografici riportati in quarta di copertina: si afferma che Arkadi viva a Mosca e che Boris sia morto nel 1991. Le fonti consultate, indicate qualche riga più in basso, affermano tutte esattamente l’opposto: unica eccezione, quanto scritto da Emanuele Trevi sul Manifesto del 30 gennaio 2003.
Prima edizione: “Piknik na obočine” , 1972. Il romanzo è stato tradotto in dodici lingue.
Traduzione cinematografica: “Stalker”, di Andrei Tarkovskij.
A proposito della Zona, Tarkovskij afferma: “People have often asked me what the Zone is, and what it symbolizes, and have put forward wild conjectures on the subject. I'm reduced to a state of fury and despair by such questions. The Zone doesn't symbolize anything, any more than anything else does in my films: the zone is a zone, it's life, and as he makes his way across it a man may break down or he may come through. Whether he comes through or not depends on his own self-respect, and his capacity to distinguish between what matters and what is merely passing" (Tarkovskij in Sculpting the time, 1986).
Gianfranco Franchi, novembre 2003.
Prima pubblicazione: Lankelot.
“Thinking is not entertainment but an obligation”.