San Diablo

San Diablo Book Cover San Diablo
Manfredo Kempff Suarez
Idea
2009
9788890302275

“Una mattina Angela arrivò a casa di Luciano Salvatierra, che dovette essere svegliato a strattoni. Uscì spettinato, barcollando, in mutande, e sbadigliando esageratamente. “Che vuole la tua signora?” “Vorrebbe vederti”. “Ora?” “Sì, proprio ora”. Luciano si vestì e si incamminò verso la casa di donna Zoraida, dove tante volte era andato da ragazzo, e dove aveva dormito e mangiato quando non c'erano lezioni a scuola. Entrò in casa facendo chiasso e salutando Facunda, tutto affettato.  “Chiacchierona, come va?” - le disse, scherzando. “Vieni qua, cadavere, svergognato, sbruffone” - sentì che diceva donna Zoraida.  “Ah! Ecco la regina della casa! Ecco la più bella tra tutte le donne!” “Non venire ad adularmi, pagliaccio. Non mi prendere in giro”. “Non ho fatto altro che accorrere al suo richiamo, signora. E lei non mi offre nemmeno una birra” (p. 208).

Terzo romanzo dello scrittore boliviano Manfredo Kempff Suarez, giornalista e diplomatico sudamericano, “San Diablo” è una commediola esotica: un libro per chi sogna letteraria siesta su un'amaca, riparato da una fronda durante un'estate bollente, una birra gelata a portata di mano. È un romanzo corale, caotico e sensuale; Kempff è come un Marquez ludico ed erotomane, stravagante e bizzarro, capace di divertenti dialoghi e di una narrazione serrata. Il romanzo è ambientato a Santa Cruz, nei tempi in cui – solo qualche decennio fa – si trattava soltanto di un villaggio tropicale di una nazione in via di sviluppo, povera, lenta e gretta. Uno dei due protagonisti principali – Luciano – è un personaggio che forse potrebbe piacere al cubano Gutierrez. Alcolista, donnaiolo, giocatore, macho. Non c'è donna che non sia una preda. Non c'è donna che non possa essere messa incinta. Non c'è donna cui non vadano messe, almeno un po', le mani addosso. In un contesto che giudica l'omosessualità uno scandalo, e inevitabilmente scatena pettegolezzi a oltranza per certi episodi, non potrebbe essere altrimenti. Tutto lecito o quasi. C'è una strana e oscura tolleranza nei confronti dell'arroganza e della volgarità di questa “seduzione costante”, di qualsiasi creatura entri nel campo visivo; se una figura del genere vi sembra divertente, allora questo è il libro che fa per voi. Personalmente, non sono affatto un fan della letteratura sudamericana – con l'eccezione dell'europeo Borges – e giudico narcolettici buona parte dei loro campioni (di vendite, e di critica: strano e curioso il gusto di certi giornalisti).

Non so se sia questione di ambientazione estranea, o di tecnica di scrittura (di narrazione) distante da quel che vado cercando (dalla mia tradizione italiana, o al limite mitteleuropea): sta di fatto che non ricordo romanzo sudamericano, esistenzialista o noir che sia, in cui non mi sia ingolfato o arenato dopo un centinaio abbondante di pagine. Forse la ripetitività e la scarsa originalità di questa loro letteratura periferica è la cosa che più mi ammorba e mi tiene ben distante dallo scavo (e dire che mi ero fissato col gaucho Giraldes, per colpa di JLB). Nel caso di Kempff, non nascondo di aver sogghignato e di aver sorriso in più di un frangente; e non certo per il facile contrasto tra i due personaggi maschili protagonisti. In parte, leggendo, pensavo: dio, esiste una letteratura boliviana, e ha passato l'oceano. Pazzesco. Altrimenti, mi dicevo: il loro paradigma è Garcia Marquez. Pericolosa questa cosa. E neanche poco. Infine, borbottavo: cosa mi rimarrà di questa esperienza estetica? L'esotismo? Il relax? Nescio, amices. È andata. Archivio. Sorridendo.

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Sentite cosa diceva l'editore Alfaguara, 9 anni fa, dell'opera: “La historia de Luciano Salvatierra - un hijo de hacendado, machista, petulante y alcohólico, casado y azotado por un deseo prohibido - se entrelaza con la del Orejón - un burócrata administrativo de timidez y fealdad legendarias. Sandiablo reúne una colección de personajes insólitos e intensos, enredados en situaciones tragicómicas, oscilando siempre entre la razón y la locura, el bien y el mal. Manfredo Kempff es ya un nombre insoslayable en la actual literatura latinoamericana. En estas páginas vuelve a sorprendernos con un mundo lleno de contrastes, mágico y terriblemente real a la vez”.

Non so perché ma credo che per qualcuno queste righe in spagnolo costituiranno un richiamo irresistibile. Vero? Immaginavo. Buon viaggio (vado a farmi una pennica sul divano. Il caffé a portata di mano).

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Manfredo Kempff Suarez (Santa Cruz de la Sierra, Bolivia 1945), diplomatico, giornalista e scrittore boliviano.

Manfredo Kempff Suarez, “San Diablo”, Edizioni Idea, Roma, 2009. Traduzione di Antonio Vigilante. Collana “Giallo e ocra”.

Prima edizione: “Sandiablo”, 2000.

Gianfranco Franchi, maggio 2009.

Prima pubblicazione: Lankelot.